Da Fralerighe n. 1 (gennaio 2012)
Lo scorso 9 novembre 2011, come preannunciato, la casa editrice Rizzoli ha pubblicato anche in Italia il quarto capitolo della Saga dell’Eredità di Paolini, ovvero la nuova e ultima avventura di Eragon Inheritance (La volta delle Anime – il perché dobbiamo italianizzare molti titoli letterari, esula dalla mia comprensione, esattamente come avviene per il contrario, ma qui andremmo fuori tema, e non è il caso, ora).
Personalmente, non ho ancora avuto il piacere di leggere le opere del giovane autore Christopher Paolini. Ho chiesto quindi a un’amica di fare una recensione per me; riporto in seguito le sue note, con le quali ha voluto descrivermi i primi tre libri, in attesa del quarto e ultimo che andrà a chiudere la saga.
“Eragon è il primo libro del Ciclo dell’Eredità. Chi non ha mai letto un romanzo Fantasy, (parliamo del sotto genere High, ovvero il fantasy “medievale”) a mio parere dovrebbe cominciare da qui, soprattutto se si cerca un mondo pieno di magia, cavalieri, misteri, amicizia, onore e purezza. Eragon, umile cacciatore, trova una strana pietra blu, la raccoglie e la porta con sé, certo che dalla sua vendita trarrà abbastanza profitto per passare degnamente l’inverno, ma il giovane vede ben presto sfumare i suoi piani, perché la strana pietra in realtà non è altro che un uovo di drago, che (anche se lui ancora non lo sa) si schiuderà solo in presenza del suo cavaliere designato. Eragon (il ragazzo che ha scoperto l’uovo di drago) scoprirà quindi un nuovo mondo finora sconosciuto, un mondo di avventure, misteri, magia, ma anche di saggezza e di dolore, e sarà il degno erede dei cavalieri predecessori.”
Devo ammettere che avevo visto la trasposizione cinematografica, che naturalmente tutto toglie alla versione narrativa, come sempre accade in queste occasioni. L’entusiasmo della mia amica Massimiliana è stato tale, nel raccontare questo primo libro, che ho voluto sentire anche la sua opinione sui successivi due, Eldest e Brisingr.
“Si riparte in un viaggio di magia: dopo Eragon, Eldest catapulta il lettore in breve tempo in volo tra le nuvole, in groppa a Saphira, il Drago protagonista del primo capitolo della saga. Come il precedente, anche Eldest è veloce, avvincente, tanto che non vorresti mai, pagina dopo pagina, che volgesse al termine. Eragon e Saphira hanno salvato la città dei Ribelli, uccidendo lo spettro Durza dopo un cruciale combattimento. Ma il giovane cavaliere non è ancora pronto: e qui, inizierà una nuova avventura che lo porterà nella città degli elfi alle prese con un nuovo maestro, e quindi con un nuovo addestramento. Qui, Eragon troverà forza e magia, e una nuova battaglia lo chiama, dove incontrerà nuovi nemici e recupererà vecchi amici. E un nuovo, vecchio alleato…”
Di nuovo, ribadisco, dovreste sentire l’entusiasmo di chi ha letto e apprezzato queste avventure. Verrebbe voglia di leggerle solo per questo. Sull’ultimo capitolo letto, Brisingr, lei dice:
“Questo libro è stato un viaggio: sono stata ancora tra le nuvole sulle spalle di Saphira, e Eragon mi è quasi sembrato di uscire dalle pagine: ho potuto sentire le sue insicurezze, i suoi cambiamenti, il suo dolore. Il protagonista è cresciuto dalla sua prima avventura. In queste pagine, ricche di ogni cosa, si presta particolare attenzione ai sentimenti, ai segreti, alla magia… Eragon e Roran (cugino di Eragon, n.d.R.), combattono di nuovo insieme, si svelano misteri impensabili, amori impossibili.
A dire la verità, su questo terzo capitolo, la mia amica non è stata molto chiara, e ha chiuso la sua intervista, chiamiamola così, con questa ermetica frase “Aspetto il quarto girando per la casa urlando Brisingr ogni volta che mi incavolo…” cosa che posso confermare quasi ogni volta che ceniamo insieme con i nostri mariti e figli.
Come dicevo, ancora non ho avuto occasione di leggere la trilogia, forse essendo partita prevenuta per la visione del film (tutti dovremmo prima leggere e poi guardare, ma spesso non si fa), ma, ripeto, il suo entusiasmo e le sue parole mi hanno convinta: anche io leggerò i romanzi di Paolini.
Spero solo di non girare per casa urlando Brisingr come fa lei!
Erika Bissoli