Nell’articolo precedente abbiamo visto come iniziare la ricerca storica, stabilendo una vera e propria gerarchia delle fonti, classificate in base alla scientificità e alla datazione e integrate con interviste agli esperti del settore.
Oggi vedremo come utilizzare il materiale raccolto durante la fase precedente.
Credevate forse che bastasse avere i mattoni e il cemento per tirare su un buon muro?
Certo che no. Non siete mica tarati.
E allora bando alle ciance, ecco alcuni consigli.
1) MAI AFFEZIONARSI ALL’IDEA CHE SI HA
Spesso decidiamo di scrivere una storia perché ci siamo innamorati di un’idea. Bene, mentre nella fiction pura e semplice è possibile seguire ogni spunto, a condizione che sia interessante, nel romanzo storico è fondamentale verificare se quello che abbiamo immaginato è realistico o se è una rielaborazione fantasiosa di un film impreciso…
Se l’idea non combacia con la Storia, non piegate la realtà alla fiction. Scartate l’idea e passate oltre. Oppure lasciare perdere la verosimiglianza storica e sbizzarritevi in un bel fantasy.
2) APPUNTI, SCHEMI E SINTESI
Vedete quella montagna di fotocopie e testi presi in prestito? Bene. Adesso ricopiate le parti essenziali al computer, in tanti piccoli file del tipo “bloc notes”, aggiungendo il riferimento bibliografico in fondo al testo. Sistemateli in maniera ordinata in più sottocartelle e rinominateli in modo chiaro.
Oppure, se preferite la carta, prendete un quaderno e trasformatelo in un insieme sintetico e ordinato, facile da consultare e con rimandi specifici.
Esempio: armi medievali. Elencate i tipi di spade, scudi, lance e compagnia. Infine scrivete dei riferimenti, come se fosse una bibliografia di un ipotetico libro.
Questo lavoro vi permetterà di ottimizzare i tempi.
3) CHI SI FERMA È PERDUTO
Scrivere un romanzo storico mi ha costretto a liberarmi da una mia idea, per la quale un capitolo andava scritto per forza di cose in ordine conseguenziale, dalla prima all’ultima frase.
Un romanzo storico, però, è una miscela delicata di letteratura e documentazione, ispirazione e informazione. Se in un certo momento vi sentite in vena di scrivere un pezzo specifico del capitolo piuttosto che un altro, fatelo. Potrete sempre correggere e inglobare in un secondo momento.
Se un passaggio vi piace ma non siete certi dell’accuratezza storica, scrivetelo, ma sottolineatelo in giallo, evidenziatelo, fate in modo da ricordare che è bello ma… forse va cancellato in tronco.
4) PAROLA D’ORDINE: PIANIFICARE
Ci sono due tipi di romanzieri: quelli che improvvisano e quelli che pianificano. Io ho sempre pianificato, tranne che nei racconti, e vi dico che a mio modesto parere, improvvisare un romanzo storico è un ottimo modo per scrivere un romanzo pessimo o per prendersi un piccolo esaurimento nervoso.
La scaletta, gli appunti, le sintesi dei capitoli, sono tutte cose che vanno a formare una sorta di rete di sicurezza, che vi eviterà di cadere durante la scalata verso… l’Olimpo, che domande?
5) È UN ROMANZO, BELLEZZA!
Le fonti non dicono nulla sull’argomento specifico? Non si hanno notizie certe? Ci sono parti della storia noiose che vorresti tagliare? Inventa, taglia, crea: rac-con-ta. È un romanzo, mica un testo scientifico. È chiaro che potendo unire una documentazione rigorosa al fascino del racconto si ottiene una miscela esplosiva. Ma quando non si può, ci si ritrova davanti a un bivio: bloccarsi o ipotizzare. Lascia che siano gli storici a dannarsi per gli anni a venire, tira fuori il romanziere che è in te.
Ma attento a non strafare… La verosimiglianza è amica di ogni ipotesi.
Aniello Troiano