Jonathan Coe è tornato. Quello vero, quello de “La famiglia Winshaw”, quello de “La casa del sonno”, lo scrittore dalla penna arguta e pungente, l’ideatore di trame tese e sottili come ragnatele, il delatore dissacrante della società più torbida.
Nell’ultimo romanzo di Jonathan Coe, “NUMERO UNDICI” (titolo originale Number 11) c’è tutto questo, così come solo lui lo sa costruire, in un continuo entrare e uscire, spostando l’attenzione dal generale al particolare, fino a tirare le fila e ricondurre il racconto ad uno, costruendo connessioni intricate tra i personaggi.
Il romanzo è uscito in UK lo scorso novembre 2015 e si è subito imposto come evento letterario internazionale.
Nella sua recensione di “Number 11” su The Guardian Alex Clark scriveva: “Arrabbiato, tagliente, assorbito dagli occulti legami di potere al punto da guadagnarsi un posto tra la narrativa paranoica, “Number 11” è senza dubbio un romanzo politico. È anche un romanzo che si interroga sull’efficacia dello humour nel mettere a nudo i mali di una società, nonché una satira dei film horror di serie B”. Sottolineava infine il chiaro intento di Coe: “nell’ordine del nuovo mondo non esiste il welfare, non vi sono reti di sicurezza” e “non vi è fiducia nelle elite politiche”.
Su The Indipendent Liz Hoggard affermava: “non si può smettere di leggere” Numero Undici, definendo il finale agghiacciante.
In Italia abbiamo dovuto aspettare di leggerlo fino a marzo 2016, quando il libro è uscito edito da Feltrinelli nella collana i narratori (381 pagine; prezzo di copertina € 19,00).
Anche da noi le recensioni sono state entusiastiche e il romanzo è stato accolto come il “grande ritorno” di Coe.
Sul Messaggero, Renato Minore ha recensito il libro ponendo l’accento sulla “forte sensazione di disillusione e timore per un futuro fatto di reality sadici, upper class imbarazzante, una società in cui si mercifica tutto. Una favola nera su come «spettacolo e politica si disputino la nostra attenzione».
Con il suo “Numero Undici”, infine, Jonathan Coe ha vinto il Premio Internazionale Ennio Flaiano per la letteratura, 2016. La consegna del premio è avvenuta durante serata di gala del 3 luglio scorso al Teatro d’Annunzio di Pescara.
LA TRAMA
Ho a lungo pensato come rendere la complessa trama di questo romanzo.
I personaggi e le loro storie si intrecciano continuamente e non sempre il lettore ne riesce ad avere consapevolezza immediata. Occorre attendere che l’autore, come solo lui sa fare, ti conduca per mano fino in fondo, quando improvvisamente dalla visione particolare del personaggio, si ritorna alla visione d’insieme e il romanzo impone il suo carattere politico.
La descrizione ufficiale del libro di Coe in effetti non riporta una trama si limita a presentare le tematiche del libro. D’altra parte, chi conosce Coe sa che i romanzi di Coe non sono incentrati realmente sui fatti narrati, che diventano lo spunto per incanalare tutte quelle piccole connessioni tra sfera pubblica e privata che condizionano inconsapevolmente tutti noi.
Ho quindi deciso di non raccontare la trama questa volta.
Non c’è niente che io possa scrivere che non risulti riduttivo e impreciso.
Ad esempio, non sarebbe corretto dire che Numero Undici sia il secondo capitolo de La famiglia Winshaw, seppure alcuni membri di essa tornino anche in questo romanzo.
Infatti mentre “La Famiglia Winshaw” era ambientato nell’epoca Thatcheriana, “Numero Undici” prende le mosse dal suicidio di David Kelly (nel 2003), lo scienziato britannico che smascherò le bugie di Tony Blair sulla guerra in Iraq e dall’amicizia di due ragazzine, Allison e Rachel, che daranno poi avvio al seguito del racconto.
SATIRA POLITICA E REALITY SHOW: UNO SGUARDO SU DI NOI
O meglio dei racconti. Perché, come è sua prerogativa, anche in questo caso Coe ci offre un romanzo corale, composto da tante storie diverse che, seppur collegate tra loro (ritorna ad esempio spesso il numero undici), potrebbero ben essere raccontate separatamente le une dalle altre.
Sono racconti sulla società moderna, quella inglese, certo, ma la satira cinica e spietata di Coe, sapientemente condotta attraverso personaggi a tutto tondo, abbraccia tutta la cultura occidentale attuale, in bilico fra crisi economica e reality show.
L’insieme, tuttavia, abbandona il piano del racconto in sé e diventa riflessione: riflessione storica, politica e sociale di un vivere – il nostro – che visto da vicino e senza alibi, è davvero disperante.
Numero Undici è certamente uno dei migliori romanzi di Coe e della stagione. Un particolare caso in cui il messaggio travalica la storia. Da leggere. Assolutamente.
ANNALISA DE STEFANO
L’AUTORE
Jonathan Coe è nato a Bromsgrove, Worcestershire. Ha studiato alla King Edward’s School, Birmingham, al Trinity College, Cambridge e all’Università di Warwick, dove ha poi insegnato poesia inglese. Ha in seguito lavorato nel campo musicale, scrivendo musica jazz e cabaret; ha fatto il correttore di bozze, prima di diventare scrittore e giornalista freelance.
Nel 2012 è stato insignito del titolo di duca di Prunes dal sovrano del Regno di Redonda.
Ha scritto tre biografie (di Humphrey Bogart, James Stewart e B.S. Johnson) e numerosi romanzi. Con Feltrinelli ha pubblicato: La famiglia Winshaw (1996), La casa del sonno (1998; audiolibro Emons-Feltrinelli, 2013), L’amore non guasta (2000), La banda dei brocchi (2002), Donna per caso (2003), Caro Bogart. Una biografia (2004), Circolo chiuso (2005), La pioggia prima che cada (2007), Questa notte mi ha aperto gli occhi (2008), I terribili segreti di Maxwell Sim (2010), Come un furioso elefante. La vita di B.S. Johnson in 160 frammenti (2011), Lo specchio dei desideri (2012), Expo 58 (2013), Disaccordi imperfetti (2015), Numero undici. Storie che testimoniano la follia (2016) e, nella collana digitale Zoom, V.O. (2011).
PREMI
- La famiglia Winshaw – Mail on Sunday/John Llewellyn Rhys Prize (1995)
- La famiglia Winshaw – Prix du Meilleur Livre Etranger (Francia) (1995)
- La casa del sonno – Writers’ Guild Award (Best Fiction) (1997)
- La casa del sonno – Prix Médicis Etranger (Francia) (1998)
- La banda dei brocchi – Bollinger Everyman Wodehouse Prize (2001)
- Come un furioso elefante – Samuel Johnson Prize (2005)
- Numero Undici – Premio Internazionale Ennio Flaiano per la letteratura (2016)
(fonte: Wikipedia; Feltrinellieditore.it)