Analizziamo da vicino le origini delle storie più amate della casa di produzione americana che hanno dato colore alla nostra infanzia.
Chi non conosce almeno uno dei film d’animazione della Walt Disney Production? E chi non ha mai acquistato un gadget o un quaderno raffigurante un personaggio delle loro storie? Non esiste bambino o bambina che non abbia visto almeno una volta in vita propria un film d’animazione Disney e, crescendo, molte delle emozioni che hanno trasmesso queste trame e i coloratissimi personaggi rimangono incastonati nella memoria e nel cuore. Ovviamente da piccoli non potremmo mai aspettarci quali siano gli intrecci narrativi reali da cui hanno tratto ispirazione gli animatori Disney o quali opere letterarie destinate a un pubblico maturo abbiano dato origine ai capolavori d’animazione della medesima casa di produzione, a partire da La Sirenetta e da Frozen, in cui numerose scene sono state cambiate se non addirittura censurate per il target di riferimento.
A pochi giorni dall’uscita italiana dell’attesissimo “Finding Dory”, Fralerighe vi parlerà di come le storie Disney siano cambiate notevolmente nel corso degli anni e di quali siano le differenze fra storie originali e i film d’animazione.
The Little Mermaid e il lieto fine disneyano che annulla il pessimismo di Andersen
Una delle fiabe più conosciute dell’autore danese Hans Christian Andersen è senza alcun dubbio La sirenetta, subito dopo la favola del brutto anatroccolo. Ebbene sì, fu pubblicata per la prima volta nel 1836 e fu sicuramente una delle fiabe più amate se non una perla del genio letterario che fu quest’autore; basti pensare che a essa furono dedicate diverse ristampe, opere teatrali e fu perfino costruita una statua raffigurante l’ipotetica sirenetta nei pressi del porto di Copenaghen, città natale dell’autore per l’appunto.
A differenza della versione Disney, tuttavia, la fiaba originale esprimeva tutta la disillusione di questa giovane ragazza nel tentare di trovare l’amore, rinunciando a essere una sirena e rischiando addirittura di perdere per sempre la propria anima. Dopo aver stretto un patto con la Strega del Mare, infatti, la giovane sirena beve la pozione fino a trasformarsi in umana e perde la voce. Il principe non si innamora di lei, dal momento che questa non può parlare; come ben ricorderete, la sirenetta dovrà baciare il Principe prima che lui possa baciare qualcun’altra (nel film d’animazione le erano stati dati tre giorni) altrimenti la sua anima sarà per sempre nelle mani della strega. Nella fiaba di Andersen, invece, se il principe decidesse di non sposare la sirena questa si trasformerebbe in schiuma di mare. Il Principe si reca in un Regno vicino e prepara le nozze con la figlia del Re; le sorelle della Sirenetta, dopo aver dato i propri capelli alla Strega del Mare per ricevere un pugnale magico, le dicono che l’unico modo per salvare la propria anima e tornare sirena è quello di uccidere il Principe e bagnare i piedi con il sangue di quest’ultimo… ma la sirenetta, per amore del Principe, decide di affrontare il proprio destino e, con il cuore infranto, si trasforma in schiuma di mare al calar del sole.
Quest’opera, per quanto possa sembrare triste, racchiude in parte una grande metafora sulla vera vita dell’autore, il quale spiega la diversità e le difficoltà che ha dovuto sopportare per restare nella società e per costruirsi una relazione amorosa. Se volete scoprire qualcosa in più su Hans Christian Andersen, vi consiglio la visione del film “Andersen – una vita senza amore”,2006, diretto da Eldar Ryazanov.
Notre Dame de Paris di Victor Hugo
Si dice che Victor Hugo abbia colto l’ispirazione di scrivere l’opera letteraria Notre Dome de Paris dopo aver letto una parola in greco incisa su una colonna mentre stava visitando la medesima chiesa parigina. Quest’opera letteraria è senza alcun dubbio una delle storie più censurate e manovrate dall’universo Disney, per ovvi motivi; essendo un romanzo a sfondo storico indirizzato a un pubblico adulto, sarebbe stato praticamente controproducente e alquanto traumatico proporla interamente senza alcuna censura a un bambino dato che sia Frollo che Phoebus sarebbero dei carnefici, due uomini che tentano di sedurre Esmeralda non per un atto di amore ma per puro egoismo o ossessione. In quest’opera vengono sfiorate tematiche di qualsiasi genere, dal razzismo alla violenza sessuale, e nessun personaggio sembra salvarsi da una prospettiva alquanto nuda e cruda dell’autore francese Hugo. Basti pensare che, nonostante il voto di castità, Claude Frollo tenta addirittura di rapire la bellissima Esmeralda, perché ossessionato da quest’ultima, e viene fermato appena in tempo da Quasimodo, il quale porta la gitana lontano dalla Cattedrale venendo poi punito dallo stesso Frollo. E come dimenticarci di Phoebus? Il cavaliere dalla chioma bionda, amante della bella Esmeralda, nel film Disney? In verità nell’opera originale non è altro che un uomo privo di sentimenti che ha raggirato la bella e ingenua fanciulla solo per raggiungere i propri scopi.
Frozen e la vera storia della Regina delle Nevi
Anche Frozen in realtà è un film d’animazione Disney ispirato a una fiaba di Andersen, forse una delle più complesse e lunghe, che fu divisa in sette parti guadagnandosi così il titolo di “fiaba in sette storie”, anch’essa molto apprezzata in Europa. Anche qui, come nel film d’animazione, vi sono troll e streghe dai poteri magici; ma, al contrario di Elsa, la Regina delle Nevi è tutt’altro che buona e pentita di ciò che è in grado di fare con i propri poteri. Nella fiaba è proprio la Regina delle Nevi a rapire uno dei protagonisti, il giovane Kay, il quale è stato colpito da un frammento di uno specchio magico che lo ha reso cattivo con tutti e, intrappolato nella dimora della regina, è costretto a comporre parole con il ghiaccio magico fino a che non riuscirà a trovare quella giusta che lo libererà. Solo la sua vecchia amica d’infanzia, Gerda, riuscirà a sciogliere il ghiaccio insito nel suo cuore e a liberarlo dalla Regina delle Nevi.
La ballata di Mulan di Liang Tao
Pochi ne sono a conoscenza, ma una delle storie più amate della Walt Disney che ha rovesciato l’ideale della “bella principessa in stile Biancaneve” è proprio Mulan, che si mostra alquanto fedele alla trama originale. Questo film d’animazione prende ispirazione dalla leggenda cinese di Hua Mulan, un poema risalente al VI secolo scritto da Liang Tao, in cui si raccontano le gesta di una donna arruolata in un esercito di soli uomini che decide di combattere contro gli Unni per salvare il padre malato e la propria patria. Nel poema, Mulan rimane lontana da casa per circa dodici anni, fingendosi uomo, e mette fine alla guerra sconfiggendo il generale degli Unni; dopo aver rifiutato un incarico alla corte dell’Imperatore, proprio come nel film d’animazione, la ragazza decide di tornare dal padre malato. Uno dei generali cinesi scopre la sua vera identità ma, nonostante tutto, prova una forte ammirazione nei confronti della donna a tal punto da promettere di non dire niente a nessuno.
La Bella e la Bestia
E’ una storia classica che per anni è stata scritta da numerosi autori europei; ne esistono davvero diverse versioni, tutte che narrano le vicende di un bel giovane intrappolato in un corpo di Bestia feroce. Una delle prime versioni di questa fiaba, tuttavia, è attribuita all’italiano Giovanni Francesco Straparola nel libro “Le piacevoli notti”, pubblicato nel 1550, molto distante dal film d’animazione Disney dato che in questa versione pare che il Re avesse un figlio con l’aspetto di un maiale.
Nel film d’animazione, Belle è una giovane e innocente ragazza francese del 1700 che abita in un piccolo villaggio che viene corteggiata da un uomo molto sicuro di sé e prepotente. Si pensa che, a causa del luogo e anche del periodo storico attribuito alla storia, la Disney possa essersi ispirata alla versione dell’autrice francese Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, che visse appunto nella seconda metà del 1700 come insegnante in Inghilterra. Vi è un’interpretazione letteraria alquanto ipotetica in una delle versioni di La Bella e la Bestia; una sorta di metafora che consideri il passaggio da bambina ad adulta che affronta qualsiasi donna, infatti pare che in una di queste versioni la giovane protagonista, che considera l’istinto sessuale un qualcosa di anormale, crede che qualsiasi uomo che abbia un’attrazione di questo genere nei confronti della donna che ama sia una “bestia” riprovevole. Solo dopo aver raggiunto la maggiore età, Belle comprende le diverse sfaccettature dell’amore nella completa normalità.
Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll
Libro di fiabe alquanto discusso e pubblicato nell’anno 1865, scritto da Lewis Carroll, il quale dedicò l’opera a una bambina realmente esistita. La concezione della storia fu alquanto complessa, dal momento che l’autore inglese pare aver inventato e raccontato le avventure di Alice ad alcune bambine durante un pomeriggio al lago ancor prima di aver messo su carta i primi capitoli. Molti dei personaggi presenti nel libro originale sono stati censurati e resi meno inquietanti nella trasposizione Disney, come lo Stregatto e la Regina di Cuori.
Peter Pan e L’isola che non c’è di J. M. Barry
Peter Pan è un personaggio inventato da James Matthew Barry; per coloro che dovessero non conoscere la storia di quest’autore, consiglio la visione di “Finding Neverland – un sogno per la vita”, 2004, con Johnny Depp e Kate Winslet, che racconta in maniera attenta seppur romanzata le vicende dello scrittore Barry e dei bambini che gli diedero l’idea per l’opera. Prima che venisse pubblicato, infatti, Peter Pan fu presentato in teatro come opera teatrale e poi il personaggio comparve in alcune storie pubblicate dall’autore stesso. Le sirene trascinano fin sotto gli scogli la piccola Wendy e nell’opera il loro obiettivo era quello di sbarazzarsene, perché gelose di lei, così come tentò di fare la stessa Campanellino cercando di darle una pozione avvelenata; la Disney, in tutta onestà, ha mantenuto la scena in maniera alquanto credibile. Inoltre pare che Peter Pan non si faccia scrupoli a combattere se non a ferire a morte, nel peggiore dei casi, i pirati, i “bambini grandi” sull’isola che non c’è.
Pinocchio di Carlo Collodi
La storia di Pinocchio della Disney è già di per sé alquanto inquietante. Il rischio di essere tramutati in somari nell’aspetto e nella mente per tutta la vita non farebbe piacere a nessun bambino e di certo leggere di un gatto e una volpe che tentano di impiccare un bambino, seppur di legno, per i propri interessi è una scena da dimenticare. Nella storia originale Pinocchio uccide il grillo parlante, poiché stanco delle sue continue prediche e molto affamato, e pare che successivamente egli non venga inghiottito da una grande balena… bensì da uno squalo.
Conoscere le trame originali delle storie che hanno ispirato per anni la Walt Disney Production non potrà di certo cancellare la magia e le emozioni che abbiamo provato nel guardare questi capolavori d’animazione; potrebbe solo alimentarne il nostro interesse e la nostra curiosità. Nei secoli addietro le fiabe con streghe e troll, a dispetto di ciò che possa sembrare ai giorni nostri, non erano indirizzate ai bambini ma agli adulti ed è per tale ragione che troviamo tematiche alquanto equivoche o addirittura forti in molte trame con principesse e principi. Basti pensare alle favole dei fratelli Grimm, ad esempio Biancaneve o Raperonzolo, e alla storia di La bella addormentata nel Bosco per convincerci di questa affermazione.
Le fiabe hanno costruito gran parte delle tradizioni letterarie e del folklore del nostro paese, dell’Europa intera, e in fondo se non fosse stato per questi autori del passato molto probabilmente non sarebbero esistiti nemmeno lontanamente le opere d’animazione firmate Disney; non conosceremmo l’allegria e la positività di Lumiere, le prediche di Sebastian, i divertentissimi Maximus e Pascal di Rapunzel, la pasticciona principessa Anna e la tormentata e responsabile regina Elsa.
Per quanto diverse possano sembrare, è bene portare a mente le reali opere letterarie così da poter anche comprendere quanto lavoro possa esserci dietro un lungometraggio animato o quanto tempo i disegnatori e i grafici possano impiegare per realizzare una storia di sana pianta; dal soggetto alla sceneggiatura, dai colori da utilizzare ai personaggi da delineare, dall’ispirazione di un libro all’opera pronta per finire sullo schermo.
La Disney ha regalato molte perle d’animazione alle vecchie e nuove generazioni, senza alcun dubbio, e ci auguriamo, semplicemente, che i nuovi disegnatori e collaboratori della casa di produzione americana possano ispirarsi a molte altre opere letterarie aggiungendo un tocco di semplicità, colore e magia.
Laura Buffa