Era il 1999. Mentre la maggior parte di noi si preparava all’arrivo del nuovo millennio, tra i timori per il millennium bug e le prime avvisaglie del disastro che si sarebbe poi rivelata la trilogia prequel di Star Wars con Episodio I, i tre fratelli Baudelaire intraprendevano il loro lunghissimo viaggio attraverso una serie di sfortunati eventi, verso quella che è diventata negli Stati Uniti una delle saghe di riferimento per la letteratura dell’infanzia – e non solo.
I Baudelaire, il conte Olaf e un autore latitante
Violet, Klaus e Sunny Baudelaire sono tre bambini peculiari, eredi di una delle più grandi fortune del mondo. Sono cresciuti in una casa lussuosa, amati e stimolati intellettualmente da due genitori che, nel corso degli anni, hanno tentato di assecondare al meglio le varie predisposizioni dei bambini: Violet è un’eccezionale inventrice, Klaus ha letto molti più libri di un adulto qualunque e Sunny… a lei piace mordere, ma mostra già un’iniziativa e un coraggio insoliti per una bambina di soli due anni.
Ma quando un terribile incendio distrugge la casa natale dei Baudelaire, uccidendo entrambi i genitori, i bambini saranno costretti a cercare rifugio presso dei lontani parenti, tra cui il perfido conte Olaf, attore da strapazzo a capo di una troupe teatrale composta da fenomeni da baraccone dalla dubbia morale. Il periodo che i tre orfani trascorreranno in sua custodia sarà il più triste e difficile delle loro vite… fino a quel momento.
Così avrà inizio la loro serie di disavventure, condite da guardiani troppo codardi o freddi, o guardiani amorevoli la cui unica colpa è stata quella di aver riposto troppa fiducia in qualche losco individuo che poi si è rivelato essere Olaf. E mentre i Baudelaire vengono trascinati di casa in casa, nella speranza che qualcuno riesca a dar loro la stabilità che meritano, un personaggio misterioso percorre i loro passi in cerca di indizi sulla loro sorte. Di chi parliamo?
Lemony Snicket non si limita ad assumere il ruolo dell’autore, bensì diventa egli stesso un personaggio dell’opera che, seppur celato nella penombra di qualche nascondiglio, fornisce al lettore abbastanza dettagli della propria straordinaria vita da creare una seconda storia che cammina parallelamente a quella dei poveri Baudelaire.
Una serie di sfortunati prodotti
Da una storia di successo non può che arrivare una pellicola all’altezza? Secondo alcuni, non è stato così.
Il film omonimo, che vanta peraltro tra i personaggi principali attori del calibro di Jim Carrey, Meryl Streep e Jude Law, spacca a metà le schiere di fan della saga che si dicono insoddisfatti del risultato finale. E non si tratta del basso budget o dello stile burtoniano – in assenza di Tim Burton.
Alcune lamentele sono rivolte all’estrema semplificazione della trama (diluita in 13 libri) e dello stravolgimento degli eventi che coinvolgono i primi tre custodi dei bambini.
In generale, la critica è stata positiva ma il film è finito nel dimenticatoio, a prendere polvere con tante altre opere che “sì, hanno delle potenzialità ma non si impegnano abbastanza”.
La manna dal cielo chiamata Netflix
Nei primi mesi del 2015 si è diffuso a macchia d’olio sul web un bellissimo teaser (https://www.youtube.com/watch?v=mHFsex5GBoU) che sembrava preannunciare la rinascita della saga su Netflix, colosso dell’intrattenimento che negli ultimi anni ha prodotto alcune delle serie tv più apprezzate in assoluto. Alcune settimane dopo è giunta una nuova notizia nella quale si diceva che il trailer era opera di qualche fan, e tanti saluti alle aspettative di tutti.
Ma poi, praticamente dal nulla, ecco che arriva la conferma di Netflix: una serie di sfortunati eventi si farà.
Inizia il toto-attori, chi dovrebbe interpretare i tre fratelli? Chi gli sgherri di Olaf? Ma, cosa più importante: chi interpreterà il malvagio conte col monosopracciglio? Perché, che lo si voglia ammettere o meno, quando si dice “Olaf” si pensa immediatamente alla superba interpretazione di Jim Carrey ed è difficile immaginare qualcun altro al suo posto.
La scelta è caduta su Neil Patrick Harris che, negli ultimi anni, ha dimostrato di essere un attore dalle mille sfaccettature e che dunque, si spera, ha ottime possibilità di reggere il confronto con il vecchio Olaf – o persino superarlo.
Cosa ci si aspetta?
La speranza è di non avere una serie infinita di sfortunati eventi ma di arrivare alla conclusione in due stagioni al massimo. Il rischio di far diventare stantia un’opera molto interessante è sempre dietro l’angolo, gli esempi non mancano. E i bambini non rimangono tali per sempre.
Dalle prime immagini trapelate si intuisce che parte dell’aura di mistero che avvolge Lemony Snicket sia stata sacrificata per una presenza più tangibile, ma fino all’inizio della serie saranno semplici supposizioni e non necessariamente presagi di qualcosa di terribile.
E in attesa del 13 gennaio del 2017, godetevi il trailer ufficiale rilasciato da Netflix appena qualche settimana fa.
Christine Amberpit