L’Internet: geniale contenitore di idee, un box variegato come l’amarena nella vaschetta del gelato confezionato. Una scatola caleidoscopica dove l’aspirante scrittore fantasy può trovare le idee più croccanti. Nelle puntate scorse abbiamo parlato di due aspetti fondamentali del romanzo fantasy: il prologo e i personaggi protagonisti. Ma tutti converranno su un punto essenziale: nessuna storia è completa senza l’antagonista. Come rendere un personaggio un vero cattivo, da far raggelare le membra mancanti a Darth Vader e far sgranare l’occhio al Signore Oscuro Sauron?
Qui di seguito, nessun autore troverà una sola risposta alle sue domande, ma solo orrore.
Antagonista n°1 – Quello che accarezza il gatto
“ – Non mi cogli certo di sorpresa, Gilberto. – si sentì dire il nostro eroe – Ti aspettavo. – poi, l’uomo misterioso accarezzò il gatto grasso affusolato sulle sue ginocchia.”
Questa tipologia di antagonista si caratterizza per i seguenti tratti:
– È simpatico come un pezzo di vetro infilato tra molare e canino;
– Dice di possedere un innato charme che non dimostra, ottenendo, con i suoi racconti, il massimo risultato di somigliare al nonno al pranzo di Natale che ricorda il tempo della raccolta delle cicorie e tu gli sorridi conciliante per non dargli dispiacere;
– Accarezza il gatto senza sosta per cinquecentosessantasette pagine nell’arco narrativo di dieci anni.
– Se adora suonare il piano, allora è austriaco.
– Il suo aspetto fisico si ferma al completo di tweed. A nessuno importa davvero del resto.
– Qualunque cosa Gilberto tenti, non lo coglierà di sorpresa. Mai. Se anche il nostro eroe fosse entrato nella stanza nudo colpendosi le pudenda con pentole di acciaio inox, colui che accarezza il gatto l’avrebbe previsto ricordandogli che stava copiando le movenze del dio Dioniso in Pollon Combinaguai.
Al femminile: è Margaret Thatcher. Ma in tweed.
Antagonista n°2 – Macchia Nera
“ – Perché l’hai fatto? – urlò Gilberto all’Uomo Incappucciato. – Perché hai ucciso Wolf? – Lui rise in maniera malvagia, poi scrollò il cappuccio, si lanciò nel vuoto e scomparve.”
Questa tipologia di antagonista si caratterizza per i seguenti tratti:
– Ha un ampio e comodo cappuccio che nasconde il suo volto permettendo di scorgere i suoi occhi. Una specie di passamontagna che però non è tale perché insomma, già per fidarsi di Uomo Incappucciato serve tanta sospensione dell’incredulità, ma chi potrebbe mai fidarsi di un borseggiatore?
– Al contrario dell’antagonista n°1, lui non ritiene necessario spiegare le proprie ragioni.
– Può arrivare ovunque, ma proprio ovunque.
– Si dice che sotto il cappuccio, questo antagonista non indossi niente.
– Gli piace agire in maniere Insospettabili & Misteriose. Nel senso che spesso ciò che fa non ha alcun senso. Perché uccidere la prozia e il cuginetto di Gilberto e poi Wolf quando le poche volte che parla continua a ripetere che Gilberto stesso deve morire? Gilberto è lì, ti guarda con occhio vacuo e un po’ bovino: affila la lama e lanciati, uccello del paradiso! E invece no.
– Ha una storia complicata e un ottimo motivo per odiare il mondo. Spesso i Macchia Nera diventano così a causa dei trascorsi nel dungeon sessuale di Er Legnone.
Al femminile: La chiamano Helga frusta & manette. Sotto il cappuccio ha pure due belle tette.
Antagonista n°3 – Il Criaturo
“Era così brutto da essere indescrivibile. Piuttosto angoloso, e aveva il naso blu.”
Questa tipologia di antagonista si caratterizza per i seguenti tratti:
– Non è descrivibile.
– Se anche fosse descrivibile, non sarebbe conoscibile.
– Se anche fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile agli altri. (Gorgia, citazione necessaria)
– L’autore ha provato a descriverlo, ma si è annoiato.
– Chiede solo la morte.
– Se è descritto come: angoloso, segaligno, serpentesco, poroso, digrignato, dilatato, allora comincia a temere; hai appena fatto la conoscenza con il Criaturo.
Al femminile: Ha sempre il naso blu, ma uno spacco-coscia che nemmeno Aslaug in Vikings.
Antagonista n°4 – Er Legnone
“Guardò Gilberto con innegabile desiderio, e l’eroe seppe di essere spacciato. Si leccò le labbra e poi sorrise enigmatico – Sai cosa succede adesso, non è vero? Tu sei mio. – e si slacciò i pantaloni. Allora Gilberto comprese a pieno il vero significato della parola Proboscide.”
Questa tipologia di antagonista si caratterizza per i seguenti tratti:
– È infoiato come un mammut a primavera; riesce a fare infoiare ugualmente molte ragazzine;
– Si accoppia con la stessa facilità con cui ogni nonna prepara le lasagne la domenica;
– Lui vuole Gilberto. In tutti i mari, in tutti i laghi e in tutti i luoghi;
– Alla fine, a Gilberto piacerà;
– Non ha bisogno di Viagra, ma solo delle straziate urla da coniglio delle sue vittime; una volta avviato sul tasto ON, Er Legnone non si spegne per la prossima mezza giornata.
– Non si paventi, però: è un cuore tenero anche lui, in fondo.
Al femminile: La Succube di Dungeon&Dragons, che è inspiegabilmente disegnata tra le due pagine più unte e appiccicaticce del manuale dei mostri. Voci di corridoio sostengono che morire tra le di lei braccia sia più auspicabile che spirare tra le forti e possenti membra di Er Legnone. Tutte e cinque.
Antagonista n°5 – Il Malvagio Brigadiere del Male
“Aveva modi militareschi, un cipiglio militaresco, borbottava come un gendarme, portava con orgoglio molte cicatrici e venti medaglie luccicanti sul petto. Nessuno l’aveva mai visto senza la divisa. – Io ho fatto la guerra per sua maestà l’Imperatore Nero. – era la frase che ripeteva sempre.”
Questa tipologia di antagonista si caratterizza per i seguenti tratti:
– “Nessuno si aspetta il Brigadiere del Male. La sua arma principale è la paura, la paura e la sorpresa, la sorpresa e la paura… Le sue due armi principali sono la paura, la sorpresa e una spietata efficienza… le sue tre armi sono la paura, la sorpresa, una spietata efficienza e una quasi fanatica devozione all’Imperatore…le sue quattro armi principali sono…tra il suo vasto armamentario c’è… Rifaccio l’entrata, andiamo!” (semicit. necessaria)
– Rivedendo il punto 1, alla fine tradirà l’Imperatore. Quasi tassativo. Se non lo fa, allora è giapponese.
– È un grande stratega. Ama le tattiche semplici ed efficaci come sguinzagliare tre quarti del suo esercito di dieci miliardi di soldati super-addestrati contro tre persone lasciando sguarnito tutto il resto.
– Se alla fine del romanzo entra dentro un MECHA, allora è giapponese. In genere poi perde e fa seppuku.
– Se alla fine del romanzo entra dentro un MECHA e non è giapponese, allora è demenza senile.
– Ama ricordare guerre passate e presiedere alla costruzione di nuove malvagie macchine da guerra così come gli anziani pensionati ai cantieri.
Al femminile: Comandantessa Zircon, direttamente da Spaceballs. Ma più somigliante alla signorina Trinciabue.
ATTENZIONE L’autore di questo articolo non ha alcuna intenzione di criticare a spron battuto tutto ciò che anche solo marginalmente riguarda le cinque categorie riportate sopra. L’intento è assolutamente costruttivo, e la speranza è quella di far sorridere qualcuno. L’augurio è che gli aspiranti autori fantasy non si prendano mai troppo sul serio.
Chiara Listo