Per gli appassionati di CRIME parliamo oggi della nuova serie Real Detective, attualmente in onda su Netflix (per ora sono state pubblicate otto puntate della prima stagione) e già trasmesso su SKY a partire dallo scorso Giugno .
IL PUNTO DI VISTA DEL DETECTIVE
È questa la caratteristica principale della serie. In ciascuna puntata un detective racconta del delitto che più lo ha tormentato nell’arco della carriera. Si tratta dei più efferati casi di cronaca nera americana.
Sono tutte storie vere interpretate da attori e commentate dai veri detective protagonisti delle indagini. Lo spettatore ripercorre la caccia all’assassino, immedesimandosi nell’investigatore, di cui può conoscere le paure e i dubbi legati al suo lavoro o al rapporto con le famiglie delle vittime.
Ogni episodio tratta di una storia diversa e illustra il caso nei minimi particolari, dal ritrovamento del corpo fino alla soluzione, che talvolta arriva anche a distanza di molti anni.
È lo scontro tra buoni e cattivi, tra bene e male, che gli americani sanno rappresentare benissimo.
Un plot non diverso da quello di altre serie TV, dunque; eppure Real Detective negli Stati Uniti ha avuto un successo di pubblico enorme, anche grazie a un ottimo cast tra cui si distinguono Michael Madsen (Kill Bill) e Brendan Fehr (CSI Miami).
AL CONFINE FRA REALTÀ E FINZIONE
Una delle ragioni di tanto seguito può essere rinvenuta nell’originalità del prodotto.
I singoli episodi (di circa 42-43 minuti ciascuno) sono incentrati su un caso di cronaca realmente accaduto e presentati in veste di docu-film. Il vero detective protagonista ripercorre passo passo la sua storia in un’intervista parallela alla rappresentazione cinematografica.
Ovviamente la drammatizzazione dei fatti, complice una bella sceneggiatura, rende il documentario appassionante come un thriller.
Nella versione italiana la serie non è stata doppiata: viene trasmessa in lingua originale con i sottotitoli, accentuando così il carattere documentaristico del prodotto e la suspanse della storia, che acquistano efficacia.
I singoli episodi non sono legati fra loro dunque non c’è una trama unica e risulta impossibile introdurre le puntate senza spoilerare.
Le vicende di cronaca selezionate sono tutte di grande impatto. Quella più “dura” è forse la numero 2. Per stomaci davvero forti.
Annalisa De Stefano