Gli anni Sessanta sono stati un periodo fecondo per le serie televisive che avevano per oggetto famiglie mostruose, dagli Addams ai vampiri di Dark Shadows, ai Munsters, abbiamo a disposizione un ricco campionario da setacciare.
Se gli Addams hanno fatto da apripista, ricavandosi una confortevole nicchia nel pantheon dei nuovi miti occidentali, [Link all’articolo sugli Addams] stregando il nostro immaginario collettivo e regalandoci bei costumi di carnevale, oltre a una serie imbarazzante di meme e copie derivative, dobbiamo pur dire che non furono i soli esseri soprannaturali a portare in scena una parodia “horror” della perfetta famiglia americana.
Negli anni in cui sulla ABC mandava in onda The Addams Family, infatti, la CBS rispondeva con una serie simile che, se in Italia abbiamo del tutto dimenticato, risulta tuttora popolare nei ricordi dei cugini americani: The Munsters
Arrivano i Munsters
Siamo sul finire del settembre 1964 quando una famiglia di proletari, dalle forme e abitudini quantomeno inusuali, prende possesso di una lugubre villetta al civico 1313 di Mockingbird Lane, nella città di Mockingbird Heights.
Già a un primo colpo d’occhio si palesa la loro stranezza: ciascuno di loro, infatti, ricalca nell’aspetto uno dei personaggi della gloriosa era dei mostri, dall’iconico Dracula di Bela Lugosi al la creatura di Victor Frankenstein interpretata da Boris Karloff.
Si tratta di un gruppetto eterogeneo di soggetti, che vanno dalla bionda e tutto sommato normale Marylin alla funerea Lily, dallo sghignazzante Nonno all’ululante nipotino, tutti stretti attorno a quel pezzo di cadavere che è papà Herman.
Come per gli Addams, anche The Munsters porta in scena le peripezie di una famiglia di mostri nel mondo moderno. Come faranno dei vampiri, un lupo mannaro mezzo vampiro e uno zombie rianimato a guadagnarsi il pane nell’America di oggi?, sembrano chiedere i produttori agli spettatori che si siedono sulle loro poltroncine plastificate e si godono quei venti minuti di comicità, a dire il vero, a tratti un po’ fiacca.
The Munsters
Rispetto alla famiglia Addams, nella quale i ruoli si mantengono sostanzialmente liquidi, quella dei Munsters è la copia carbone e caricaturale di una famiglia anni Sessanta, con una moglie dedita alla casa e sempre pronta a criticare il marito il quale, dal canto suo, si dimostra non più sveglio di una zucca scavata e lasciata ad ammuffire nel porticato.
Herman Munster, interpretato da Fred Gwynne, è l’evoluzione della creatura di Frankenstein. Munster acquisito, dopo un viaggio che l’ha portato in Inghilterra dalla Germania, Herman è anche l’unica fonte di reddito della famiglia e lavora presso una ditta di pompe funebri. A causa della sua condizione di non-morto, capita che ogni tanto perda il cervello ritrovandosi per questo in situazioni surreali, che forniscono la base per molti degli episodi della serie.
La sua intelligenza non proprio reattiva lo rende spesso bersaglio degli scherzi del nonno, nonché delle ire della moglie, e l’unico che sembra provare per lui un certo orgoglio è suo figlio Eddie.
In Transilvania Herman conobbe e sposò Lily (Yvonne De Carlo), una vampira il cui look richiama quello della sposa di Frankenstein. Vera e propria donna di casa, Lily passa il tempo a “mettere in ordine”, spargendo polvere e sporcizia ovunque. Cuoca provetta, alterna la sua abilità ai fornelli con quella per il paiolo magico e, sebbene innamorata di suo marito, non gli lesina scenate né fastidiosissimi bronci, come nella più classica delle sit-com.
I due hanno avuto un figlio, Eddie Wolfgang Munster (Butch Patrick). Come in un episodio di Underworld, Eddie è per metà lupo mannaro e per metà vampiro. Un incrocio bizzarro, se si considera che suo padre non è propriamente un licantropo. Ad ogni modo, pur nella sua mostruosità, Eddie è un ragazzino normale: ottimi voti a scuola e un gruppetto di amici che lo applaudono quando prende e inghiotte le mosche al volo.
Vero e proprio trickster della situazione è il nonno (Al Lewis). All’anagrafe transilvana Vladimir Dracula, il nonno è un vampiro dalla punta delle orecchie alle balze del mantello, rigorosamente di seta nera con fodera rossa, e vive assieme a sua figlia e suo genero, al quale non risparmia scherzi e prese in giro. Nonno è anche lo scienziato della famiglia, e il suo laboratorio è una vera e propria fucina dal momento in cui calano le tenebre a poco prima dell’alba, portando a conclusione esperimenti che, spesso e volentieri, forniscono il pretesto per le storie narrate.
Marilyn Munster (Pat Priest) è l’unico elemento anomalo della famiglia. Nipote di Lily, Marilyn è una ragazza assolutamente normale. Non ha particolari abilità, se non una naturale capacità di far cadere i ragazzi ai suoi piedi, salvo poi vederli dileguarsi all’orizzonte non appena si trovano di fronte lo sguardo sveglio di zio Herman. Ma anche quando questi sembrano accettare di buon grado la stralunata famiglia di lei, e varcano la soglia del 1313 per fermarsi a cena, non se ne ha più notizia più negli episodi successivi.
E due domandine ce le potremmo porre, considerando che in quella casa almeno tre degli occupanti sono vampiri…
La serie tv e la “faida familiare” con gli Addams
Omaggio e parodia si mescolano e confondono nei Munsters ma tutto resta in superficie; manca, a ben vedere, quella minima traccia di critica sottile alla società che era propria degli Addams, e ciò impedirà loro di raggiungere i picchi di comicità e bizzarria dei rivali.
C’è poi da aggiungere che, se negli Addams la mostruosità implicita era il punto di forza per l’exploit comico, la mostruosità evidente dei Munsters rende i loro sketch meno d’impatto. Nella famiglia Addams gli sventurati che finiscono per avere a che fare con Gomez, Morticia, Mercoledì, Pugsley e gli altri si trovano di fronte dei personaggi che a prima vista sembrano normali, salvo poi vederli fare cose che miscelano assurdo e letale, come bere del veleno al posto di un Long Island.
I Munsters, al contrario, sono mostri fatti e finiti; sono evidentemente delle creature bizzarre e ci si aspetta che facciano cose bizzarre, depotenziando l’effetto comico.
Sebbene il lancio di una sit-com familiare come questa a pochi giorni dalla messa in onda degli Addams possa sembrare una coincidenza quantomeno sospetta, c’è da dire che l’idea di una serie del genere parte da molto lontano: circa venti anni prima della realizzazione dell’episodio pilota, per l’esattezza.
Il primo a proporre, agli Universal Studios, l’idea di una serie animata con protagonisti i mostri dei classici film dell’orrore fu l’animatore Bob Clampett, che presenta progetto e bozzetti tra il 1943 e il 1945. La proposta viene letta e accantonata finché, agli inizi degli anni Sessanta, gli scrittori Allan Burns e Chris Hayward non ne fanno una simile e a questo punto vengono presi sul serio.
A Norm Liebman ed Ed Haas viene affidato il compito di preparare la sceneggiatura di un pilota, dal titolo Love Thy Monster che verrà poi girato in live action, quando i produttori smettono di accapigliarsi e decade l’idea di farne un cartone.
Love Thy Monster dura in tutto sedici minuti, è a colori e verrà presentato alla CBS che deciderà di finanziare una prima stagione. Il pilota non verrà mai trasmesso, ma la sceneggiatura originale verrà riutilizzata, adattata, per l’episodio My Fair Munster.
Alcune cose verranno modificate nel momento in cui la serie viene messa a punto. Tra queste, la figura di Phoebe (qui interpretata da Joan Marshall, che poi verrà sostituita da Yvonne de Carlo), poi Lily Munster, che nel pilota aveva un look che ricordava decisamente troppo la “nemica” Morticia. Le verrà così donata una banda di capelli grigi e un lungo abito bianco, dalle ampie maniche sfrangiate, che le permetterà non solo di distinguersi dall’altra dark lady, ma anche di rendere il suo personaggio più affine, almeno visivamente, a quello della sposa di Frankenstein.
La serie verrà finalmente messa in onda a partire dal settembre 1964, sei giorni dopo la trasmissione del primo episodio di The Addams Family.
Non più a colori, come nel primo pilota, ma in bianco e nero per richiamare le atmosfere soft-horror (oltre che per questioni di budget) gli episodi de The Munsters vengono girati di settimana in settimana ottenendo, nel 1965, una nomination al Golden Globe come “Migliore serie TV”.
Sebbene si crei quasi subito una netta distinzione tra i fan dell’uno e dell’altro show, gli Addams tengono testa ai Munsters che non riusciranno ad andare oltre il bacino dei loro affezionati spettatori.
Stanti gli ascolti, gradatamente decrescenti, la CBS decide di interrompere la serie nel 1966, lo stesso anno in cui anche gli Addams diranno addio al piccolo schermo. A chiudere lo show, dopo l’ultimo episodio girato e mandato in onda, è un film a colori, dal titolo Munsters go home, che vedrà l’inopportuna sostituzione di Pat Priest (Marilyn) con Debbie Watson, e nel quale viene finalmente mostrata la facciata della magione sita al 1313 di Mockingbird Lane.
Come per gli Addams, ci saranno, in seguito, diversi tentativi di recuperare i personaggi.
Nel 1973 è la volta di The Mini-Munsters, un cartone di un’ora girato e trasmesso per The ABC Saturday Superstar Movie.
Seguiranno altri film per la tv come The Munsters’ Revenge, che vede ancora Gwynne, De Carlo e Lewis nei loro ruoli, mentre Marilyn ed Eddie sono interpretati da Jo McDonnel e K.C. Martell; Here comes the Munsters (1995) e The Munsters’ Scary Little Christmas (1996).
Tra il 1988 e il 1991 I Munsters tornano in tv per la NBC con un cast completamente rinnovato e con uno show dal titolo The Munsters Today.
Nella nuova serie i Munsters si risvegliano da un sonno lungo venti anni in un mondo completamente diverso da quello che hanno lasciato. Sebbene cambi il periodo , l’intreccio resta sostanzialmente lo stesso: i mostri sono ancora mostri, il mondo è ancora popolato da esseri umani mediamente normali e su questo si generano situazioni comiche che accusano una certa stanchezza e ripetitività, portando alla chiusura dello show al terzo anno.
Se gli Addams si trasformano in icona, sopravvivendo alla cancellazione del loro show, i Munsters, nati come copie di icone già ben consolidate, non hanno mai avuto la stessa possibilità, finendo per cedere lo scettro di famiglia imperfetta ai nemici di sempre, prima di tornare alle loro confortevoli bare.
Per chi volesse approfondire, consiglio il sito munsterland.net
Federica Leonardi