Come già annunciato, il quarto episodio di questa rubrica è dedicato alle armature. Dopo aver esaminato l’elmo e lo scudo con i rispettivi punti di forza e di debolezza, oggi ci soffermeremo sui vantaggi e gli svantaggi delle varie protezioni corporali. Generalizzando un po’, potremmo dividere le armature in tre grandi categorie: cuoio, cotta di maglia e piastre. In realtà ci sono varie forme ibride, ma in questo articolo ci limiteremo ai tipi fondamentali. Analizziamoli singolarmente.
CUOIO
Prima di toccare con mano dei prodotti realizzati in cuoio bollito avevo i miei dubbi sulla validità di questo materiale. Mi sono dovuto ricredere. È allo stesso tempo duro e resistente, ma anche relativamente elastico e leggero. Più del metallo di sicuro. Certo, è meno efficace nel resistere ai colpi di punta, ma costa molto meno e può essere realizzato in maniera meno complessa, senza richiedere l’aiuto di uno o più fabbri. Considerando il fatto che il cuoio bollito veniva utilizzato anche per fare delle borracce e altri accessori, è plausibile pensare che non solo gli artigiani ma anche altre persone sapessero lavorare la pelle degli animali in questo modo. Insomma, tra le tre tipologie, è l’unica che può risultare credibile come home made, fatta in casa. Tra l’altro, i guerrieri più poveri utilizzavano il cuoio anche per l’elmo. Non un gran che, ma meglio di una testa nuda.
Ci sono vari tipi di lavorazione per questo materiale, che prevedono scaglie, imbottiture, rinforzi metallici, pezzi di cotta di maglia. In sostanza variano sia la resistenza che l’elasticità delle armature, ma servirebbe molto più spazio per occuparsene. Preferisco dedicarlo alla cotta e alle piastre. Armature più efficaci, ma anche più costose, è bene ricordarlo.
COTTA DI MAGLIA
A prima vista, la cotta di maglia sembra l’armatura perfetta. Non è leggera come il cuoio, resiste alle armi da taglio e non ha nemmeno il peso dell’armatura a piastre, no?
È qui che casca l’asino.
In realtà, parlando con diversi rievocatori ho scoperto che la cotta viene percepita come più pesante da chi la indossa, perché il peso non è ben distribuito. Al contrario, lo si avverte molto sulle spalle. Inoltre, non bisogna dimenticare che ci sono lame pensate apposta per penetrare tra gli anelli delle cotte di maglia, come il famoso stiletto (no, non è solo il nome di un tacco). Ci sono anche punte di freccia e dardi da balestra progettati per bucare questo tipo di armature. Con le armi funziona così: c’è chi si sforza di pensare alle protezioni e chi, in risposta, studia nuovi sistemi per superarle. È il gioco della guerra, bellezza.
E in più, ricordate sempre che un’arma da botta, come ad esempio un martello da guerra, può sfondarla senza troppi problemi. A questo punto, tra voi e il martello resta solo l’imbottitura del gambesone… E sono dolori.
La buona notizia è che, se per qualche motivo doveste riuscire a sopravvivere, la cotta di maglia si può riparare senza troppe difficoltà, basta sostituire gli anelli rotti.
Forse vi starete chiedendo: cos’è un gambesone? Si tratta di una tunica imbottita, oppure formata da più strati di tessuto, e di solito si indossava sia sotto la cotta di maglia che sotto l’armatura a piastre. Ed è appunto di quest’ultima che parleremo ora.
ARMATURA A PIASTRE
Avete presente la classica armatura (tardo)medievale? Quella capace di trasformare qualsiasi uomo in una scatoletta di Simmenthal semovente? Ecco. Quella è l’armatura a piastre.
Per carità, non ho intenzione di dirvi che è leggera, ma una cosa la dobbiamo sempre tenere presente: l’armatura è pensata per la guerra, un contesto nel quale bisogna potersi muovere senza troppe difficoltà. Il metallo pesa e siamo d’accordo, se esposto al sole dà calore e va bene, ma pensare che i guerrieri all’interno delle armature potessero muoversi ben poco è sbagliato. L’armatura garantisce comunque quella percentuale di mobilità che serve per combattere, cavalcare e tutto il resto. Il cavaliere imbalsamato è un falso mito, un’esasperazione di un problema reale ma non così grave.
A tale proposito, questo video è molto, molto interessante.
Tra l’altro, come vi dicevo poco fa, a differenza della cotta di maglia questo tipo di armatura permette di distribuire il peso del metallo sulle varie parti del corpo, rendendolo più gestibile. Semmai, uno svantaggio dell’armatura a piastre è dato dal fatto che serve tempo per infilarsela e sfilarsela. E in genere questo tipo di operazione si fa con l’aiuto di altri. Motivo per cui molti cavalieri, almeno in tempo di guerra, la tenevano addosso per lungo tempo, con tutto ciò che ne consegue in termini di comfort e igiene. Se in Dragon Ball i nemici di Goku gli lasciano sempre tutto il tempo necessario per fare le sue cose, nella vita reale non si può chiedere un quarto d’ora di tempo ai nemici per rimettersi le armature e pettinarsi i capelli (anche l’occhio vuole la sua parte).
Un altro grande svantaggio dell’armatura a piastre? Il costo. È roba per le elite.
Infine, prima parlavamo dei danni devastanti che un’arma da botta, come un martello da guerra, può produrre su una cotta di maglia. Ma quelli sono anellini di metallo, dirà qualcuno; l’armatura a piastre non ha questi problemi, giusto?
E invece no. Anche l’armatura a piastre può essere messa a dura prova da un’arma da botta. Il martello sfonda gli anellini e buca il metallo, grazie allo spuntone posto sul retro. Quando non buca, ammacca in maniera tale da lasciare pochi dubbi sui danni inferti al nemico. Come ho già detto in un’altra puntata, un’emorragia cerebrale è meno “spettacolare” di una testa spaccata come una mela, ma altrettanto mortale.
Guardare per credere.
In sintesi, c’è una cosa che abbiamo imparato oggi: mai sopravvalutare l’armatura. Offre protezione, ma non rende immortali. Anche perché, parliamoci chiaro, se fosse bastata un’armatura per garantire la salvezza di un cavaliere, in battaglia ne sarebbero morti davvero pochi. E invece, la Storia ci insegna tutt’altro.
Per oggi è tutto, vi do appuntamento alla prossima puntata.
Aniello Troiano
Un pensiero su “Armature medievali e fantasy: cuoio, cotta di maglia e armatura a piastre.”