Ogni buon eroe…
…ha bisogno della sua controparte per essere definito tale, o così qualcuno dice. Se Gotham City non fosse stata un covo di matti e criminali senza scrupoli, e se uno di quei criminali non avesse mai ucciso i coniugi Wayne, non avremmo mai avuto Batman.
A conti fatti, accade spesso che carismatiche nemesi accolgano più consensi di chi ha fatto della lotta al crimine la propria raison d’être, che indossi una maschera o meno. In altri casi, invece, gran parte del merito di queste losche figure consiste nel delineare il carattere del protagonista (com’è stato detto nel corso del primo episodio) o gettare le basi per una trama molto più vasta.
Analizziamo adesso alcune delle figure più ricorrenti, ricordando al lettore che l’articolo potrebbe contenere spoiler.
L’assassino del mio amico è mio amico
Una delle ragioni che spinge spesso i nostri eroi a intraprendere il difficoltoso cammino dell’eroe col distintivo è la morte di amici e familiari. La maggior parte delle volte, i lunghi anni di indagini portano alla risoluzione del caso, l’arresto e/o la morte del responsabile.
In altri, la risposta genera altri terribili interrogativi.
È il caso di Irene Adler (Elementary, CBS), figura appartenente al passato dello Sherlock Holmes di stanza a New York, a rappresentare non solo uno degli eventi più importanti della vita dell’investigatore privato ma anche il punto d’inizio del suo declino. L’assassinio della giovane, avvenuto anni prima dell’inizio della narrazione, da parte del misterioso Moriarty, spinge Sherlock nella spirale autodistruttiva delle droghe, a pochi passi dalla morte prima della riabilitazione e del successivo incontro con la partner e sober companion Joan Watson.
Non c’è da meravigliarsi se l’improvvisa (e apparentemente miracolosa) ricomparsa di Irene minaccia di compromettere il lungo periodo di sobrietà di Sherlock e costringerlo di nuovo nel baratro.
Cosa ha messo in moto gli eventi?
Le indagini di Sherlock lo hanno portato talmente vicino ai loschi affari di Moriarty e dei suoi associati da costringere Irene a diventare meno cauta e commettere l’errore che la farà finire dietro le sbarre.
La loro attrazione non è una questione meramente fisica: in lui, Irene (o Moriarty) ha trovato un degno avversario, l’unica persona in grado di tenerle testa e che forse potrebbe persino batterla in astuzia. Si completano a vicenda e la loro rivalità contribuisce a creare sempre nuovi punti d’incontro sulle loro strade.
Bad is the new sexy!
La controparte di Moriarty presente nella programmazione britannica (Sherlock, BBC), nonché quella più apprezzata dal pubblico, ha dalla sua un gran carisma che è stato in grado di far raggiungere al personaggio vette inaspettate. Questo tipo di atteggiamento, tuttavia, è servito a far entrare il personaggio nei cuori degli spettatori, aiutandolo decisamente meno quando si è trattato di affrontare la giustizia.
Ci sono altri personaggi che invece hanno sfruttato il carisma per sfuggire all’arresto, come nel caso di Phillip Stroh (The Closer/Major Crimes, TNT), avvocato che tra gli assistiti vanta un gran numero di aggressori seriali che, grazie a lui, sono sempre riusciti a spuntarla.
Freddo manipolatore, istruito e benestante, Stroh dimostra di avere attitudini non troppo diverse da quelle degli uomini che difende. Intelligenza e sfacciataggine gli permettono di difendersi in tribunale e trovare giustificazioni plausibili a tutte le accuse a lui rivolte. Ma si sa: la fortuna non è eterna, e l’arrivo di un testimone in grado di identificarlo segna la sua condanna. Anche in seguito all’arresto Stroh ottiene privilegi ad altri preclusi grazie a una vincente combinazione di savoir-faire e astuzia. Giudici e giuria pendono dalle sue labbra e commettono l’imperdonabile errore di sottovalutarne la pericolosità.
Chi sorveglia i sorveglianti?
Spesso gli agenti di polizia protagonisti delle serie TV sono dei cani sciolti che agiscono senza dar troppo peso al regolamento. Se qualcuno chiede aiuto da dietro una porta sprangata, perché aspettare l’arrivo di un mandato e rischiare di compromettere l’incolumità di una probabile vittima?
Perché esiste un regolamento!
Di volta in volta vediamo i nostri eroi intenti a commettere azioni che potrebbero mettere a repentaglio la loro vita e quella dei colleghi, disobbedire a degli ordini diretti perché è la cosa più giusta da fare, rispondere al fuoco e far esplodere la proprietà pubblica (magari contribuendo ad aumentare il buco del bilancio della città) senza mai chiederci se non abbiano esagerato.
In fondo i poliziotti protagonisti sono un po’ come i bambini vivaci dalle buone intenzioni che finiscono sempre nei guai, e noi li amiamo talmente tanto da non riuscire a immaginare che le loro azioni meritino delle punizioni.
Per questo esistono gli affari interni.
Organo della polizia considerato universalmente il male, i suoi agenti vengono spesso presentati come freddi, privi di sentimenti e sempre pronti a farsi nuovi nemici – il corrispettivo umano del bastone tra le ruote della giustizia.
Ricordate Sharon Raydor, capitano della crimini maggiori già citata nello scorso articolo? È stata presentata al pubblico come l’orribile strega degli affari interni il cui unico obiettivo era quello di cogliere in fallo il vice capo Brenda Leigh Johnson, sempre pronta a ricordarle chi tra le due aveva il coltello (o la penna) dalla parte del manico.
Agisce nell’interesse del dipartimento, un occhio rivolto alla parte legale e l’altro a quello economico, ma la sua presenza limita la possibilità d’azione delle unità investigative della polizia. Paradossalmente, seguire le regole posiziona il personaggio nella fascia antagonista, rendendolo bersaglio delle antipatie del pubblico. Perché allo spettatore poco importa delle conseguenze di una sparatoria se il protagonista è riuscito a portare a casa la pelle!
E anche questo episodio è giunto al termine. Ci sono molte altre figure di antagonisti ricorrenti, alcuni che rientrano tra gli stereotipi del genere, altri ben più originali: dal criminale volto a depistare il pubblico al finto alleato, il poliziotto corrotto o l’agente straniero sul territorio nazionale. Avremo modo di affrontare alcuni di questi argomenti nel corso delle prossime puntate!
Christine Amberpit