Proprio come i pinguini
I pinguini, come poche altre specie in natura, hanno una peculiarità: quando scelgono un partner ne rimangono al fianco per il resto della vita. Anche l’uomo (con risultati più o meno soddisfacenti) a un certo punto della sua esistenza inizia la sua ricerca per il partner giusto.
Procede tutto secondo schemi precisi: l’incontro, la frequentazione, l’innamoramento. Sembra semplice. Che succede quando aggiungiamo qualche variabile come la disabilità?
Immaginate per un solo istante come sarebbe trovarsi nei panni del diciottenne autistico protagonista di Atypical (la nuova serie originale di Netflix) che si sente pronto a seguire l’esempio dei pinguini e intraprendere la sua epica ricerca dell’anima gemella.
Ti porto il mio cervello in dono
La decisione di Sam Gardner (interpretato da Keir Gilchrist) di cercare una fidanzata non ha il privilegio della riservatezza, come per chiunque altro al mondo. Ecco che un piccolo suggerimento della sua terapista Julia (Amy Okuda) finisce per stravolgere le vite di chi lo circonda: Elsa (Jennifer Jason Leigh) dovrà rassegnarsi alla sua ritrovata indipendenza e costruire per sé un nuovo personaggio che non sia semplicemente “la madre di Sam, il ragazzo autistico”; per quanto doloroso possa apparire il distacco ai suoi occhi, si tratta invece di un grosso passo in avanti per Casey (Brigette Lundy-Paine), stella nascente della corsa su pista, che per quindici anni si è sobbarcata il duro compito di vegliare su Sam.
Ma mentre la ricerca di tre dei Gardner li porterà in qualche modo ad allontanarsi dalla famiglia, Doug (Michael Rapaport) scoprirà cosa significa sentirsi finalmente parte del mondo di un figlio che non è mai riuscito a capire, un’essenziale fonte di consigli su cosa significa amare ed essere amati. Si tratta di una vera e propria lezione sui sentimenti (e sull’Antartide!) alla quale ogni spettatore è invitato ad assistere.
Il punto d’incontro tra invisibili e neurotipici
Creata e scritta da Robia Rashid (che ha già in passato lavorato a serie come the Goldbergs e How I Met Your Mother), la serie ha ricevuto pareri discordanti. Da una parte c’è chi trova che l’interpretazione di Gilchrist calzi perfettamente al ruolo, dall’altro chi è stato deluso dall’ennesimo personaggio autistico stereotipato o dall’assenza di altri personaggi nello spettro.
Va però messo in evidenza che Atypical non è una storia incentrata sull’autismo quanto invece la storia di un ragazzo con l’autismo. Si mette il soggetto prima della condizione, come viene ribadito nel corso della serie.
Abbiamo parecchi esempi di personaggi che rientrano nello spettro dell’autismo, dal piccolo Jacob di Touch, la cui prerogativa era quella di non aver mai pronunciato una sola parola da quando era nato, all’eccessivo e probabilmente più famoso Sheldon Cooper (the Big Bang Theory), che negli ultimi dieci anni ha fatto conoscere a una più ampia fetta di pubblico il termine asperger. Ma sono davvero pochi i casi in cui riusciamo a concentrarci su chi li circonda.
La famiglia Gardner non è da compatire né da porre su un piedistallo. Sono persone che hanno imparato a vivere la condizione di Sam nella più totale normalità – non sono sempre rose e fiori e di certo non vogliono far credere il contrario, ma negli anni hanno trovato un equilibrio. Sebbene Casey sia convinta che “NTP” suoni ancora come “empty”, ossia vuoto, nessun personaggio è stato costretto a rinunciare davvero a se stesso, nemmeno per esigenze di copione. È forse questo aspetto da tenere maggiormente in considerazione quando si guarda Atypical.
C’è equilibrio in ciò che è considerato atipico e c’è amore, in ogni sua forma. E comunque la normalità è sopravvalutata.
Christine Amberpit