Nelle scorse settimane abbiamo parlato dei momenti in cui scrivere sembra l’attività più faticosa al mondo – che succede, insomma, quando le difficoltà sembrano sopraffare lo spirito creativo del nostro aspirante scrittore? Oggi vorrei parlare dei momenti in cui lo scrittore si rialza faticosamente dopo una sconfitta a livello professionale, sentimentale e così via. Quali sono i primi passi verso un nuovo stimolo creativo?
Per prima cosa, uno dei motivi per cui il nostro aspirante scrittore può sentirsi sopraffatto è la sovrabbondanza d’idee, alcune nascoste da qualche parte in fondo alla sua mente iperattiva, altre lasciate a metà o, ancora peggio, finite, ma sempre suscettibili a revisioni.
Cominciare nuovi progetti e abbandonare idee lasciate a metà mi ha sempre infastidito profondamente, ma dato il caos in cui è sprofondata la mia vita negli ultimi mesi, il mio computer ha cominciato ad accusare una certa disattenzione nei suoi confronti. Perciò, quando finalmente ho deciso che non potevo più andare avanti così e dovevo provare a rimediare al sopracitato caos partendo dalle parti più concrete della mia vita, ecco come ho trovato il mio computer:
Vi auguro che non vi succeda mai. Il desktop del vostro computer è un po’ lo specchio della vostra anima, quindi potete immaginare la mia sensazione quando mi sono trovata davanti un cumulo super incasinato di bozze, racconti finiti e rivisti mille volte, idee lasciate a metà, vecchi pezzi che un tempo consideravo decenti e che ora, nel migliore dei casi, mi fanno vomitare alla terza frase.
Certo, nessuno si aspetta che il cervello e l’anima di un aspirante scrittore – e quindi il suo computer – siano ordinati, ma, come è successo a me, può capitare di sentirsi incastrati in un turbine di idee, pensieri e, come le chiamiamo tutti, “cose da fare”.
Per esempio, Novembre è il Mese del Romanzo. Un sito molto famoso in tutto il mondo (https://nanowrimo.org/sign_in) ha indetto una sfida: ogni aspirante scrittore dovrebbe riuscire a scrivere un romanzo o, più realisticamente, una novella, in un mese, seguendo una seria disciplina, segnandosi con cura il numero di parole da scrivere e rivedere ogni giorno. Insomma, una sfida difficilissima per alcuni, eccitante per altri e impossibile per altri ancora. Io ho pensato di provare, ma con tutti i pezzi che ho scritto e che vorrei ultimare o correggere per cominciare a mandarli a riviste o pubblicazioni, l’idea di scrivere un romanzo breve in un mese mi è sembrata assolutamente impraticabile.
Questo, forse, perché sono estremamente pignola e voglio finire tutto ciò che ho lasciato in sospeso prima di cominciare qualcosa di nuovo, ma sono convinta che ci siano molti altri come me. Ecco quindi una breve lista di consigli per il critico momento in cui l’aspirante scrittore decide di ordinare tutto il materiale accumulato per anni.
- Ordine cronologico. Ci sono alcuni pezzi, racconti o addirittura tentativi di scrivere romanzi che è bene rimangano ancorati al periodo in cui sono stati scritti – le medie, il liceo o altri momenti imbarazzanti della tua vita. Anche se sono senza speranza, comunque, tenerli in una cartella dedicata alle vecchie schifezze non è un male. Primo, perché sono bei ricordi per quando ti domanderai cosa avevi in testa a quell’età e, secondo, perché rileggere le “vecchie schifezze” può dare ispirazione nei momenti bui e farti sentire meglio quando pensi di essere uno scrittore terribile – sicuramente puoi vedere del miglioramento in ciò che scrivi ora rispetto a ciò che scrivevi a dodici anni.
- Ordine di genere. Se ti diletti in generi diversi, puoi ordinare il tuo desktop in diverse cartelle – una per i racconti, una per i romanzi, una per la poesia, una per le sceneggiature… certo, se sei uno scrittore prolifico, ogni cartella può arrivare a contenere davvero tanti elementi, ma sicuramente quella per genere può essere una buona divisione in categorie per rendere il tuo desktop – e la tua mente – più ordinata rispetto alla foto che ho mostrato sopra.
- Il mio metodo preferito è quello per grado di soddisfazione con ogni pezzo. Per esempio, puoi avere una cartella di pezzi finiti, teoricamente “pronti” per la pubblicazione (come se un pezzo fosse mai veramente pronto, ah!). Puoi avere una cartella con i pezzi in buono stato, una con i pezzi che hanno bisogno di una o due revisioni, le bozze e, infine, i pezzi lasciati a metà.
Nessuno di questi metodi esclude l’altro. Per esempio, per ordinare tutto il casino che avete visto sopra, ho passato una serata intera a spostare, cancellare, rivedere e riordinare pezzi sparsi tra i documenti, il desktop e cartelle varie, e ho deciso di impiegare tutti e tre i metodi di cui vi ho parlato. Piano piano, con calma e pazienza, persino il mio desktop e quindi il mio cervello troveranno pace e potrò fare un piano preciso e ordinato di tutto ciò che non solo voglio, ma devo fare.
Ogni cosa a suo tempo. L’aspirante scrittore che accoglie il caos della vita fa benissimo, perché accettare di stare male e di non avere una direzione precisa è importante nel processo di ricarica. Ciò che conta è che, prima o poi, il momento di ricarica ci sia, anche se parte da qualcosa di semplice come riordinare lo schermo di un computer.
Rachele Salvini