Come non poter accogliere con piacere l’ultima uscita di Pandiani: “Un giorno di festa”, il sesto episodio de Les Italiens, la squadra di poliziotti italiani in servizio presso la polizia francese, che nella successione dei vari romanzi è cambiata, a causa dei decessi dovuti al lavoro che i tutori dell’ordine devono svolgere, ma che mantengono da sempre lo stesso minimo comune denominatore, un sentire comune che è sintetizzato in: “uno per tutti, tutti per uno”. In questo caso, a differenza dei precedenti romanzi, non ci troviamo di fronte a una indagine di routine, interessante certo ma riferita a un singolo avvenimento. Qui ci troviamo davanti alla stringente attualità, alla Francia degli attentati compiuti dall’ISIS, dal Bataclan agli Champ Elysees.
In quest’ultimo romanzo il commissario Mordenti e la sua squadra ci mettono di fronte alla fobia, alla paura che piano piano sta introiettandosi nelle vene del popolo francese. Prima di tutto da segnalare il riferimento ad uno dei capostipiti del genere, Malet ed il suo commissario Burma; ma ciò che risalta è il contesto in cui si svolge il tutto: la vigilia dei festeggiamenti nazionali del 14 luglio e la corsa contro il tempo per sventare un attentato, che, se portato a termine, avrà ripercussioni in Francia e non solo. Questa è la caratteristica seguita da Pandiani, avere presente un contesto veritiero, visto che il noir rappresenta una modalità per descrivere la realtà.
Cosa si nasconde dietro l’assassinio di un semplice agente della stradale avvenuto in un vero e proprio agguato? Come Les Italiens, famiglia nella quale ciascuno può trovare affetto e conforto, possono restare immuni dal virus xenofobo, mantenere la mente fredda e lucida e cercare cosa in realtà c’è dietro un apparente, ma non tanto innocuo assassinio. In modo del tutto normale siamo condotti attraverso situazioni e città che fanno parte della nostra vita quotidiana: da Aleppo a Saint-Denis da una parte; dall’altra servizi segreti, traffico e contraffazione di armi, estrema destra e nazionalismo. Ma soprattutto siamo messi di fronte a quel dubbio che assilla la nostra quotidianità: quanto siamo disposti a rinunciare delle nostre libertà per avere una maggiore sicurezza. La Francia sta vivendo in tutto e per tutto questo dilemma, consideriamo che lo stato d’emergenza rinnovato varie volte, non è stato rinnovato per trasformarsi di fatto in legge ordinaria.
L’attualità ci viene messa davanti nel momento in cui collegare ogni immigrato al terrorismo islamista è la più facile delle equazioni possibili; in cui ci troviamo di fronte al presunto “scontro di civiltà”e le ossessioni indotte dalla quotidianità, attentati da addebitare alla matrice islamica ma che in realtà sono il prodotto con ben altra origine… una sorta di strategia della tensione che in Italia conosciamo bene.
Un libro che ha tra i suoi pregi, aspetti a cui anche altri scrittori del genere ricorrono: dalle descrizioni geografiche/territoriali dei luoghi in cui la trama si sviluppa, agli aspetti musicali che fanno da sottofondo alla trama; agli aspetti culinari ed enologici che in un noir stanno sempre bene.
Edoardo Todaro