Anno nuovo, rubrica nuova! Spero che abbiate apprezzato la precedente monografia sulla vita e le opere di Philip K. Dick e che siate pronti ad una nuova avventura nel vuoto siderale e negli spazi infiniti dell’immaginario fantascientifico. Quest’anno intendo cambiare completamente argomento e non più rivolgere la mia attenzione ad un solo autore, ma piuttosto ad una “sola” area geografica, la cui produzione fantascientifica, a mio avviso, è poco nota al grande pubblico come anche ad alcuni appassionati del settore: l’est Europa.
Con questo primo articolo di carattere introduttivo, desidero mostrare brevemente il grande impatto che la fantascienza ha avuto nella Russia di inizio Novecento e nella successiva Unione Sovietica, oltre a presentare uno dei romanzi che presenterò nei prossimi appuntamenti.
Per rintracciare le origini della fantascienza all’interno del panorama letterario della Russia prima e dopo la Rivoluzione d’Ottobre, bisogna prima compiere qualche passo indietro, fino alle origini del genere fantascientifico. La fantascienza “moderna” (aggettivo che utilizzo per riferirmi alla fantascienza come comunemente intesa e recepita oggigiorno, in quanto stabilire il momento o l’opera che determinò l’effettiva nascita di questo genere risulta alquanto difficile) nacque all’incirca verso la fine del XIX secolo con il “romanzo scientifico”, genere di cui due furono i maggiori esponenti Jules Verne e H.G. Wells. I due scrittori furono i capostipiti di due filoni e di due diverse interpretazioni del genere: Verne di quello “avventuroso/utopico”, Wells di quello “apocalittico”. Proprio Wells giocò una grande influenza nella Russia di inizio Novecento; Valentin Kataev, autore satirico, lo citò tra le influenze della sua generazione, mentre il più celebre Evgenij Zamjatin, nel 1920, scrisse un saggio a proposito della sua opera. Evgenij Zamjatin, scrittore e ingegnere, è accreditato tra le grandi voci della letteratura russa del XX secolo e fu l’autore del, presumibilmente, più grande romanzo distopico della letteratura russa: Noi (My, 1921).
Noi racconta di un mondo futuro in cui ogni elemento della vita è scandito con la precisione di una macchina perfetta ed in perpetuo movimento, un mondo dove qualunque “irragionevole” sentimento è stato estirpato come un’erbaccia. La storia ci viene narrata in forma diaristica dal protagonista, D-503. Il diario comprende la narrazione sia degli aspetti più “banali” della vita di D-503, così come della sua inattesa partecipazione al gruppo rivoluzionario noto come Mefi. Il suo scopo era quello di raccontare alle possibili civiltà extraterrestri, che la nave spaziale (L’integrale) avrebbe incontrato lungo il suo viaggio, la felicità e la perfezione infine raggiunte dopo la fondazione dello Stato Unico. Noi non è solamente uno dei romanzi capostipiti del filone distopico, oltre che una brillante ed avvincente opera visionaria; esso è anche uno strabiliante romanzo satirico, nel quale troviamo racchiuse la perfetta cifra stilistica dell’impeccabile prosa zamjatiana e le eccezionali intuizioni filosofiche e politiche raccolte dal suo genio.
Ad ogni modo, tornando al racconto di come la fantascienza si fosse diffusa nella Russia di inzio Novecento, Wells costituì sicuramente un’influenza maggiore rispetto a quella dell’altrettanto celebre Jules Verne. Una delle ragioni per cui Wells fu apprezzato dal lettore russo-sovietico di quegli anni sta proprio nella sua diversità rispetto all’opera di Verne: lo scrittore francese attingeva dalle sue conoscenze scientifiche al fine di produrre nel lettore un senso di meraviglia più a scopo divulgativo che artistico-letterario. Wells, al contrario, conscio del valore letterario della propria opera, declinò il genere verso una caratterizzazione più problematica dell’uso della scienza, mostrandone i possibili risvolti negativi e le implicazioni socio-politiche. Fu grazie a ciò che Wells, manifestando una maggiore attenzione ai temi sociali rispetto a Verne, trovò spazio all’interno del dibattito letterario di una Russia prossima alla rivoluzione e alla costruzione di un tipo di stato e di governo mai visti prima. L’interesse suscitato dagli scritti di Wells in Russia era noto a tutti i livelli culturali, tanto che Priroda i ljudi (Natura e Gente), periodico di divulgazione scientifica simile, per intendersi, alla rivista National Geographic, conteneva nel 1894 una prefazione al numero di apertura del quinquennale della rivista, dove si decretava la nascita di un nuovo genere letterario chiamato naučnaja fantastika, in anticipo di quasi 30 anni rispetto al neologismo scientifiction, coniato dal celebre “padre” della fantascienza americana, Hugo Gernsback.
Gli esempi dell’influenza di Wells nel panorama letterario russo non si esauriscono qui, ma lo spazio dedicato a questa trattazione, purtroppo, non ci consente di parlarne oltre. Nel prossimo appuntamento discorrerò più diffusamente delle tematiche di Noi e della sua curiosa vicenda editoriale.
Stefano Corradi