È il 1841 ed Edgar Allan Poe, chino sul suo scrittoio, sta dando vita al detective Auguste Dupin, che indagherà sui Delitti della rue Morgue.
Poe ancora non lo sa, non ne è del tutto consapevole almeno, ma con quel suo racconto sta delineando i contorni di un nuovo genere letterario che sarà tra i protagonisti assoluti del novecento.
La nascita del giallo e i gialli precedenti
La convenzione accademica designa appunto I delitti della Rue Morgue (pubblicato per la prima volta il 20 Aprile 1841 dalla Graham’s Lady’s and gentleman’s Magazine) come prima narrazione appartenente al genere giallo, anche se moltissimi racconti che presentano gli stessi elementi tipici del genere risalgono a moltissimo tempo prima. Ci sarebbe, ad esempio, Amleto di Shakespeare, in cui il principe Amleto arriva alla pazzia nel tentativo di risolvere il mistero del delitto del padre, o il Pellegrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo, tradotto da Cristoforo Armeno nel 1557.
Anche alcuni racconti biblici rientrano nei canoni del giallo, come la storia di Susanna e i vecchioni, in cui sono presenti un ricatto, un’innocente condannata a causa di una falsa testimonianza e l’intervento di un “detective” a ristabilire la verità. Lo stesso non si può dire per il mito di Caino e Abele, che sebbene racconti un delitto efferato manca della figura dell’investigatore.
L’investigatore e gli altri elementi fondamentali del giallo
È proprio l’investigatore al centro della narrazione a rendere giallo il racconto di un delitto. Inizialmente il genere, diffuso soprattutto tra le penne anglosassoni, coincideva con il poliziesco (in lingua originale, appunto, detective story) le cui derive e sfumature sempre più complesse, che hanno dato vita a numerosissimi sottogeneri, sono state riunite in italia sotto il termine giallo.
Gli altri elementi fondanti del genere sono il delitto, meglio se efferato e ai danni di un’insospettabile vittima, un colpevole che sia parte attiva nella narrazione e che tenti di depistare le indagini, atmosfere fosche che riflettano il tono della narrazione e diano un senso rovesciato della morale.
Perché si parla di giallo solo a partire dall’ottocento
Prendendo in esame gli elementi fondanti della narrativa gialla probabilmente ci verranno in mente decine di altri racconti da indicare, tra gli aneddoti della tradizione classica e le storie medievali meno legate al filone cortese e cavalleresco, come antesignani del genere. Alla base della letteratura gialla strictu sensu però – contrariamente a quanto sostenuto per decenni dalla critica dell’epoca – c’è una riflessione filosofica e sociale che non sarebbe stata possibile prima dell’ottocento, per via di diversi fattori che solo allora si sono messi in relazione:
- La diffusione della narrativa gotica, che proprio in Poe vede uno dei suoi esponenti più simbolici, e che è all’origine delle atmosfere inquietanti, ricche di suspence e a volte macabre che secondo Lorenzo Montano, critico letterario e ideatore della collana I libri gialli Mondadori, “tenevano il lettore incollato alla pagina”.
- Il massiccio abbandono delle campagne dovuto alle rivoluzioni industriali e il conseguente sovrappopolamento delle città, che in brevissimo tempo diventano megalopoli come la Londra vittoriana, in cui crimine e delitti erano molto più diffusi che nei piccoli centri e facevano da specchio a un crescente disagio sociale.
- La progressiva rilevanza del crimine a livello mediatico, dovuta a una diffusione dei quotidiani mai vista prima grazie alle nuove tecnologie, che garantivano maggiore velocità e quantità di copie da distribuire. In più, trasporti e collegamenti sempre più veloci davano la possibilità di una diffusione capillare dei giornali su tutto il territorio.
- L’evidente impreparazione della Polizia a far fronte ai problemi di una società totalmente nuova e in cui si aggiravano anche i primi serial killer come Jack lo squartatore, davanti agli occhi di un’opinione pubblica sempre più istruita e bisognosa di sicurezza e fiducia nelle Istituzioni.
- La nascita del Positivismo in Europa, corrente filosofica e culturale che si basava sull’osservazione del reale e riponeva tutta la sua fiducia nella scienza, nella ragione e nel progresso. Il positivismo influenzò anche altri movimenti letterari come il verismo, e all’interno della letteratura gialla rappresenta la filosofia dei detectives di stampo classico, che si fanno portatori dei suoi valori di ricerca della verità attraverso indagini che si basano sull’osservazione del reale scevra da pregiudizi di qualsiasi stampo.
Ambra Stancampiano
Un articolo molto interessante che fa presagire una serie di articoli di altissimo livello. Complimenti vivissimi all’autrice!