Sto Preparando la Rivoluzione è la prima silloge del giovane poeta e autore Fortunato Picerno, o come li descrive lui stesso, i suoi primi scritti confusi.
I temi trattati nella sua opera sono molteplici e per questo viene inserito in quella poesia che viene definita civile.
Già questa scelta, sicuramente più impegnativa, differenzia l’autore dai tanti altri colleghi contemporanei, che per lo più si concentrano sulla descrizione del sentimento dell’amore e scrivono in versi liberi, utilizzando uno stile estremamente semplice e di facile comprensione.
Nelle sue poesie Picerno, classe 1990, potentino di nascita ma romano di adozione, mette tutto il suo mondo, la sua gioventù e fame di vita, i suoi dissidi interiori, la sua ironia e le sue passioni.
Proprio questa dualità tra le sue origini e la città che lo ha accolto per motivi di studio e di lavoro, è uno dei temi affrontati nei suoi scritti. Essa viene affrontata rispettivamente nella poesia Radici:
C’è un posto nel mondo che lontano non è: vicino nel cuore anche per chi se n’è andato. Continua nel tempo a far parlare di sé, nessuno, in realtà, l’ha dimenticato.
ed in Via lungotevere degli inventori 122, in A Trastevere ed in Iubris.
Altro tema fondamentale per l’autore è l’amore forte per la sua famiglia, trattato in particolar modo in Faro:
Ringrazio, così, il signore Dio mio: d’avermi donato due guide sicure, d’esser nato in questa famiglia anch’io dove l’amore non conosce misure.
È, inoltre, ben presente nelle sue poesie l’amore per l’arte, la danza, la scrittura, per la bellezza in generale, sia essa creata dalla natura o artificialmente dall’uomo.
Un ruolo determinante lo ricopre, infine, la figura femminile (Irene, Roberta, Naturale, Claudia), che viene molto idealizzata, come il sentimento stesso dell’amore, diventando qualcosa di etereo, distante dalla realtà, dalla quotidianità che quasi lo distrugge e lo fa diventare per questo motivo irraggiungibile.
Quello a cui l’autore auspica è in definitiva lo sprono ad una rivoluzione, ad un cambiamento del genere umano, ma soprattutto della sua generazione, bloccata in vite non soddisfacenti, divisa tra la paura di affrontare i propri desideri, le proprie illusioni e quella di rimanere delusi (La Fenice, Homo Erectus, Il Principe Azzurro).
Proprio nella poesia Rivoluzione, Picerno, infatti, scrive:
Se una Rivoluzione invoco non è arroganza, ma determinazione. Non è del mio futuro che parlo, ma del nostro, piuttosto; non di successo, non è il mio tarlo, né di denaro, ma di valori senza costo.
Chiara Iovino