Cronache di Mondo9, un sapore di ruggine e sangue.

Oggi si parla di una passione per il numero 9. Passione che in qualche modo ha toccato tanti amanti della fantascienza come me durante la lettura di Cronache di Mondo9, del bravo autore Dario Tonani.
Perché il numero 9?
La realtà è che non lo sappiamo, non con precisione perlomeno. Eppure le ragioni ci sono e, a detta dell’autore, non si limitano al numero di racconti presenti nel libro. Le suddette Cronache, in origine 9 tra novelette e romanzi brevi e riuniti nel volume edito da Mondadori per la collana Millemondi Urania, si svolgono su un pianeta distopico nel quale la natura estrema dei paesaggi e degli ambienti fa da palcoscenico a una follia meccanica.

Continua a leggere “Cronache di Mondo9, un sapore di ruggine e sangue.”

La potenza creativa di un’immagine

Forse vi è capitato di visitare Londra e – com’è giusto che sia – di perdervi nei suoi musei. Il British Museum in particolare mi è più caro di altri, forse perché contiene reperti e manufatti che ho studiato sui libri universitari quando ancora avevo velleità da Indiana Jones (e scontrarmi con la dura e dissestata realtà dell’archeologia italiana). Fatto sta che conosco la singola posizione di moltissimi reperti. Una sezione in particolare ha il potere di rapirmi: superata la sala della statuaria egizia verrete catapultati nel medio oriente, in mezzo a statue di demoni dalla testa di toro e le divinità alate Assiro-babilonesi. Sulla sinistra c’è una porta che conduce agli ortostati Assiri che ornavano le mura del palazzo di Ashurbanipal, a Ninive.

Continua a leggere “La potenza creativa di un’immagine”

Lovecraft: autore mediocre e razzista?

Una ventina di giorni fa usciva un articolo di Roberto Recchioni – fumettista e curatore editoriale per la Bonelli, oltre che autore dal 2015 della serie fantasy YA – sulla serie TV The Terror.

In una riga ho già messo sul piatto moltissimo: Roberto è uno di quei vulcanici personaggi che fanno tutto e riescono a farlo piuttosto bene, tanto che mi resta sempre il sospetto abbia trovato il modo per piegare le leggi dello spaziotempo. Quindi, oltre al suo lavoro di fumettista, romanziere e curatore si prodiga anche nello scrivere articoli e recensioni per diverse testate.

Continua a leggere “Lovecraft: autore mediocre e razzista?”

Le mille facce della stessa moneta, di Francesco Nucera – Recensione

Lasciamo da parte per un attimo le figure retoriche degli scorsi articoli e facciamo un tuffo nella letteratura italiana. Anzi, nel mondo della piccola editoria e degli autori esordienti. Perché, se è vero che nel belpaese sembrerebbero esserci molti più scrittori che lettori, è anche vero che in mezzo a tonnellate di letame letterario spunta … Continua a leggere Le mille facce della stessa moneta, di Francesco Nucera – Recensione

La classificazione delle figure retoriche. Un esercizio di stile?

Narriamo. In continuazione, senza nemmeno accorgercene. Raccontare storie è un aspetto così radicato dell’autocoscienza che non siamo nemmeno in grado di pensare a una cultura senza narrazione; non siamo in grado di pensarci se non attraverso il racconto.

Plasmiamo le parole per ottenere un effetto,le combiniamo per suono e significato, le organizziamo per sintassi, le associamo per ritmo col solo scopo di accendere la scintilla dell’interesse, per rendere la nostra narrazione unica. Lo diceva d’altronde Cicerone, uno che di retorica ne sapeva qualcosina: nella costruzione dell’argomentazione, che segue regole ben definite, esiste un momento chiamato electio che sottende a un concetto importante.

Continua a leggere “La classificazione delle figure retoriche. Un esercizio di stile?”

Figure retoriche e traslati, mattoni della narrazione

È evidente che la retorica e la prosodia non sono dei tiranni inventati arbitrariamente, ma una raccolta di regole reclamate dall’organizzazione stessa dell’essere spirituale. E mai la retorica e la prosodia hanno impedito all’originalità di prodursi distintamente. Al contrario, se si dicesse che esse hanno aiutato l’esplosione dell’originalità, sarebbe più vero.

(Charles Baudelaire)

Infilarsi in una serie di articoli sulle figure retoriche equivale a infilarsi in un ginepraio. È questa l’unica frase che mi batte e ribatte in testa da quando ho avuto la malaugurata idea di proporre una follia simile in redazione, eppure eccomi qua.

Continua a leggere “Figure retoriche e traslati, mattoni della narrazione”