Fuori tira aria di bufera. L’allievo, timido e avvolto nel suo scialle, si avvicina al maestro. Prova gratitudine e devozione perché grazie ai suoi insegnamenti l’arte del seminar paura tra i fili di una trama ha meno segreti. Ma in sere tormentate come questa, altre domande affollano i suoi pensieri. Domande che arrivano da assai più lontano. Si ricorda che una volta sentì dirgli che si può dire d’essere uno scrittore quando le giornate smettono d’essere scandite dalle lancette di un orologio, ma dal ritmo del narrare, proprio e altrui. Quando la scrittura diventa oggetto d’amore. Lui però, a distanza di tempo, quella lezione ancora non l’ha compresa. Non del tutto. È difficile spiegare l’odio e il terrore a chi non li ha mai provati, dice allora il Maestro, ma lo è ancor di più per l’amore. Tu, mio caro, dimmi: hai mai amato qualcuno per davvero? Sì, certo, risponde l’allievo. O almeno credo. Ma cosa c’entra questo con la scrittura? Continua a leggere “Il senso dello scrivere”