AT. 1 Quando hai cominciato a scrivere?
MS: In modo professionale circa dieci anni fa. Ho cominciato con alcune riviste musicali come JAM, BUSCADERO, CLASSIX per poi diventare in tempi più recenti critico musicale dei quotidiani IL MATTINO DI PADOVA, LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE e LA TRIBUNA DI TREVISO. In questo modo oltre ad essere pagato per quello che scrivevo, ho avuto modo di fare molto esercizio. Parallelamente a quest’attività sono poi diventato responsabile dell’ufficio stampa dell’editore MERIDIANO ZERO, specializzato in letteratura noir. Questo mi ha consentito di approfondire la mia conoscenza del genere. Quando poi ho fondato SUGARPULP, ho iniziato a cimentarmi con la fiction vera e propria ma a quel punto avevo già scritto due libri musicali pubblicati. Insomma è stato un apprendistato lungo e affascinante … e continua tuttora.
Sono appena diventato direttore del nuovo marchio editoriale Revolver. Scelgo autori stranieri e italiani da pubblicare cercando di promuovere una linea pulp noir il più possibile pop e cinematografica. Libri che si bevano come milk-shake, che si vedano come film, che si giochino come videogames. Mi interessa questa dimensione veloce e adrenalinica del raccontare e poi ci sono un sacco di nuovi autori che proporremo e che meritano di conquistarsi un posto nel cuore dei lettori. Dal 2 febbraio in tutte le librerie italiane: cominciamo con Victor Gischler, Derek Nikitas, Allan Guthrie e Russel D. McLean.
AT. 2 Come sei approdato al tuo genere attuale?
MS. In parte credo di avere già risposto. Ho letto centinaia di autori, forse migliaia, che scrivevano thriller, noir, pulp, li leggo tuttora in lingua originale, soprattutto americani, irlandesi, scozzesi, inglesi e tedeschi.
AT. 3 Chi sono le tue influenze maggiori, italiane e straniere?
MS. Tantissime. Per la narrativa, in ordine sparso, cito: Massimo Carlotto, Robert Louis Stevenson, Tim Willocks, Victor Gischler, Joe R. Lansdale, Don Winslow, Suane Swieczynski, Patrick Quinlan, Alan D. Altieri, T. Jefferson Parker, Caleb Carr, Emilio Salgari, Jim Thompson, James M. Cain, James Crumley, Elmore Leonard, Adrian McKinty, Allan Guthrie, David Peace, Brian McGilloway, Chester Himes, Walter Mosley, James Ellroy, Megan Abbott, Stephen King, Jeffery Deaver, Arturo Perez Reverte, Alexandre Dumas, Buddy Giovinazzo, James Lee Burke, mi fermo qua dai. Per il fumetto dico: Alan Moore, Warren Ellis, Garth Ennis, Jason Aaron, Frank Miller, Micheal Bendis, Jonathan Hickman, Brian Azzarello, Grant Morrison.
Per il cinema aggiungo: Sam Peckinpah, Sergio Leone, Zack Snyder, Robert Rodriguez, Quentin Tarantino, Sergio Corbucci, Duccio Tessari, Enzo G. Castellari, Alex De La Iglesia, Guy Ritchie, Michele Soavi, Dario Argento.
AT. 4 Com’è stato scrivere questo libro?
MS. Figo (nota dell’intervistatore: ho adorato questa risposta xD).
AT. 5 Com’è stato il percorso che ti ha portato alla pubblicazione con e/o?
MS. Sono andato da Massimo Carlotto alla Fiera del libro di Torino del 2010, dicendogli che avevo un manoscritto. Gli ho chiesto venti secondi (non uno di più) del suo tempo e lui mi ha detto di fargli avere il manoscritto. Dopo circa un paio di mesi mi ha detto che era piaciuto molto sia a lui sia a Colomba Rossi, la direttrice della collana SABOT/AGE. Gli devo tutto. E non ci sono parole adeguate per esprimere la gratitudine infinita che ho nei loro confronti. Meno male che il romanzo gli è piaciuto, eh eh.
AT. 6 Ci parli di Sugarpulp, il movimento che hai fondato con Matteo Righetto?
MS. Be’ è un movimento letterario che celebra la narrativa di genere, pescando dall’estetica americana di autori come Victor Gischler e Joe R. Lansdale e la fonde con un’iconografia del territorio veneto. Letteralmente il nostro è il pulp della barbabietola da zucchero, da cui lo sugar. Molti altri aspiranti autori stanno percorrendo questa strada e pubblicano racconti per Sugarpulp. Altri sono scrittori molto affermati, cito due autrici stavolta, come Marilù Oliva e Francesca Bertuzzi che sono nate indipendentemente da Sugarpulp, ci mancherebbe, ma che credo abbiano apprezzato quello che abbiamo fatto anche perché loro stesse, in modo assolutamente indipendente, stanno sviluppando lo stesso tipo di ricerca: letteratura di genere e rapporto col territorio.
AT. 7 Sei in contatto con Massimo Carlotto, un grande esponente del noir italiano apprezzato anche all’estero, dai maestri americani. Ci parleresti un po’ di lui?
MS. Un autore straordinario, un maestro splendido e generoso, potermi confrontare con lui è un privilegio e una fonte di inesauribile insegnamento e ispirazione. Credo sia il più grande noirista italiano e uno dei più importanti a livello internazionale, unico italiano insieme ad Umberto Eco ad ottenere una nomination all’Edgar Award. Che altro aggiungere?
AT. 8 Ci parli de “La ballata di Mila” tenendo conto del fatto che molti nostri lettori non l’hanno letta né la conoscono?
MS. Be’ direi che è un romanzo assolutamente adrenalinico, con un ritmo che ho cercato di rendere il più veloce e sincopato possibile. E’ stato anche un romanzo molto fortunato, vincitore del PREMIO SPECIALE VALPOLICELLA, Semifinalista al PREMIO SCERBANENCO / LA STAMPA. Credo che ciò che caratterizza il romanzo sia questo personaggio femminile, Mila, che ha conquistato i lettori, almeno stando ai feedback che mi arrivano continuamente, questa donna dura e pura, bellissima e letale, killer spietata ma vittima prima ancora che carnefice. In effetti, visto come sta andando, abbiamo deciso di scrivere il sequel, a cui sto lavorando proprio in questi giorni. Non solo: con Alessandro Vitti sto lavorando al fumetto e a partire da marzo (in anteprima a Mantova Comics il 24-25-26 febbraio) uscirà una serie a fumetti con Mila protagonista per l’etichetta LATERAL, in tutte le librerie e fumetterie italiane. Stiamo trattando anche la vendita in USA e Francia.
AT. 9 C’è qualcosa che differenzia Mila in modo sostanziale dalle altre eroine “spaccaculi” come Beatrix Kiddo di Kill Bill o tutto sommato Mila non si discosta granché dalla categoria?
MS. Be’ Mila è italiana tanto per cominciare e non è una differenza da poco. Non c’era un’eroina di questo tipo nella nostra narrativa o almeno, da lettore, io non l’avevo mai trovata ed è stato proprio questo il motivo per cui ho voluto scrivere LA BALLATA DI MILA. Un’altra cosa che mi sentirei di dire è che Mila non utilizza la propria avvenenza per sedurre gli uomini, direi che proprio non gliene frega niente. Ma per certi aspetti, è vero, non si discosta troppo dalla categoria. Solo che ridurre personaggi come Beatrix Kiddo o Nikita, ad esempio, ad eroine spaccaculi, be’ mi pare davvero banale. Sono grandi eroine dal passato tragico e agghiacciante e così prova a essere Mila. Sono come Crimilde, hai presente La Canzone dei Nibelunghi? Insomma la loro è un’immensa tragedia greca, uno straordinario dramma moderno. Oh, sia chiaro, nessuna intenzione di paragonarmi a Eschilo, ci mancherebbe! Io sono solo un piccolo autore che prova a scrivere una storia. Nella parte del Diario, ad esempio, Mila si racconta in tutta la sua fragilità, le sue contraddizioni, insicurezze, paure e disperazione. Credo che il personaggio abbia una sua profondità, esattamente come personaggi splendidi come Beatrix Kiddo e Nikita e Lisbeth Salander ecc.
AT. 10 A chi consiglieresti “La ballata di Mila”? (“A tutti” non è una risposta corretta xD)
MS. Alle donne.
AT. 11 Che progetti hai per il futuro?
MS. Dunque ho appena terminato la sceneggiatura dei primi due numeri della serie a fumetti che racconteranno una nuova avventura di Mila, un horror sul Delta del Po. Ho finito un altro romanzo, una commedia nera ambientata all’Università. Sto scrivendo il sequel di Mila e una trilogia fanta-horror-splatter-metal-gore con i vampiri, ambientata a Berlino.
AT. 12 So che “La ballata di Mila” è diventata un fumetto. Ce ne parli un po’?
MS. Be’ qualcosa ho detto nelle domande precedenti. Quello che conta è che a disegnare tutto è un talento totale come Alessandro Vitti che lavora per MARVEL e BONELLI. Il suo senso cinematografico delle inquadrature, l’amore per il dettaglio, la cultura di genere garantiscono un risultato clamoroso. Volevo lui a tutti i costi anche perché, come vedrai, riesce a catturare quell’aura melanconico-tragica ma a tratti anche fracassona e pop che ha Mila dentro di sé e lo fa in modo magistrale; e poi visualizza il lato action delle mie storie come nessuno.
AT. 13 Come la vedresti una trasposizione cinematografica del tuo romanzo? E chi vorresti per Mila?
MS. Ci stiamo lavorando. Per Mila mi piace-rebbero molto o ANTJE TRAUE, la protagonista di Pandorum di Christian Alvart, o PATRICIA VONNE che ha già lavorato su Sin City e Desperado.
AT. 14 Secondo te la situazione letteraria in Italia com’è? Drammatica come dicono alcuni, o è sempre stata così?
MS. Sempre così, in Italia non cambia mai niente. Ma è anche vero che da noi tutti credono di essere scrittori e pochi leggono. Provare a fare lo scrittore comporta molta disciplina e duro lavoro. Senso autocritico e creatività. Bisogna avere una storia da raccontare, ma troppo spesso questo è un optional. Lo trovo semplicemente ridicolo.
AT. 15 Di cosa pensi che avrebbe bisogno il panorama letterario in Italia?
MS. Di maggior coraggio da parte di tutti: autori, editori, lettori, librai, distributori. Se questi soggetti non creano un sistema virtuoso di condivisione delle conoscenze e delle energie non andremo mai da nessuna parte. Leggiamo di più, tanto per cominciare.
Matteo Strukul e Aniello Troiano