Con il nuovo titolo “Babylon Berlin” ci ritroviamo con il noir di Volker Kutscher, “Il pesce bagnato”. Il cambiamento del titolo è dovuto a due fattori: se da una parte la pubblicazione originale non aveva avuto il successo meritato, dall’altra la serie televisiva Babylon Berlin ha reso quanto dovuto a un notevole noir.
Si tratta di un romanzo dalla forte componente storica, ambientato nella Berlino di fine anni ’20: la Prima Guerra Mondiale è terminata da poco e gli effetti sono tutti lì, allo stesso tempo conseguenze del passato e presupposti per il futuro.
I fili di queste pagine si intrecciano nella delicata fase compresa tra le due guerre mondiali, quella che molti storici hanno definito “guerra dei trent’anni” (1915 – 1945): tentativi rivoluzionari, repressione, inflazione galoppante, la Repubblica di Weimar. Infatti, alla ricostruzione e alla questione dei reduci si affiancano anche altre problematiche, come la rivoluzione in Russia e la prospettiva, che in molti si dettero, di costruire una Germania sovietica.
E quindi una Berlino, o almeno una parte di essa, in sommovimento: in cui le lotte sociali e operaie erano all’ordine del giorno. Attraverso le pagine assistiamo a una serie di eventi, quali il 1° Maggio di sangue e diversi altri tumulti: momenti in cui la paura della rivoluzione comunista rasenta l’isteria e squadre d’assalto naziste si contrappongono a milizie comuniste… con “apostoli” della morale a tentare di dettar legge.
Una Berlino dove le forze dell’ordine non sono ben viste in alcuni quartieri, quartieri dove la gente parla poco e la legalità è di fatto sospesa, e si è fuorilegge anche senza volerlo.
È in questo scenario che si muove il commissario Gereon Rath, che deve avere a che fare con associazioni segrete, pornografia, retate antisovversive e chiusura di luoghi peccaminosi. Malgrado i suoi tentativi di non immischiarsi nelle vicende politiche, finisce col percorrere una strada imposta dalla carriera, e in particolare dal suo passaggio dalla omicidi alla buoncostume alla ricerca di un interesse personale. Si ritrova coinvolto pienamente nelle vicende di una comunità, quella russa, che riflette quanto accaduto in madrepatria e cerca disperatamente oro per finanziare questa o quella fazione, poco importa se si tratti di zaristi in esilio o di gruppi antistalinisti.
Sullo sfondo, servizi segreti, criminali professionisti, assassini per fede politica, associazioni paramilitari in contatto con la polizia, che si organizzano e preparano l’esercito per la riscossa di una Germania uscita sconfitta dalla Prima Guerra Mondiale, sì, ma che “presto risorgerà”, salvo poi sprofondare nel baratro.
Non è un libro facile, nel senso che necessita di attenzione e continuità nella lettura. È un testo consigliabile a coloro i quali rifuggono dai saggi e allo stesso tempo sono interessati a capire gli avvenimenti accaduti nel secolo appena concluso. Un passato che se non si vuole far tornare, e che deve essere conosciuto; cosa che in Italia ancora oggi manca.
Edoardo Todaro